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Latina. Mazzoni, oggi il Convegno. Claudio Greco: «Il Futurismo? Sicuramente è stato coinvolto e affascinato. Ma la poetica è complessa»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Claudio Greco, docente di Architettura presso l'Università di Tor Vergata di Roma. Oggi, nel convegno dell'Ordine degli Ingegneri di Latina, si parla di Angiolo Mazzoni e del Palazzo delle Poste che rappresenta un po' una delle sue opere principali. Che possiamo dire? «È un insieme di architetture che nel tempo si sono sovrapposte nel tempo. Ci sono solo alcuni elementi del primissimo edificio». È possibile un recupero del progetto originale, anche considerato che è stata anche abbattuta una "scala futurista"? «Oggi è sicuramente impossibile parlare di "edificio originario". È difficile individuare il momento esatto. Ricordiamo che il momento iniziale durò molto poco, appena due anni, e che lo stesso Mazzoni ha voluto cambiarlo. Penso sia molto importante aprire un dibattito». Lei sa della polemica aperta da Antonio Pennacchi sul prossimo numero Limes, di cui ParvapoliS ha dato ieri una nutrita anteprima. Secondo lei è corretto associare il Futurismo a Mazzoni? «Mazzoni fu condizionato dal clima culturale del suo tempo. È stato un bravissimo progettista. Sicuramente è stato coinvolto e affascinato e ne ha abbracciato entusiasmi e passioni. Il trasferimento dei canoni futuristi nelle sue architetture costituiscono un problema più complesso. Perché ci sono altri elementi: la monumentalità e il classicismo. Parlare di espressione dell'architettura futurista è sicuramente sbagliato».

Elisabetta Rizzo

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