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Latina. Mazzoni, il convegno. Vincenzo Zaccheo agli ingegneri: «Che fare del Palazzo delle Poste? Quali funzioni e destinazione assegnargli?»

«Che cosa fare del Palazzo delle Poste? Quali funzioni e destinazione assegnargli?». È quanto si è chiesto il Sindaco di Latina Vincenzo Zaccheo a margine del convegno su Angiolo Mazzoni. «Invito l’Ordine degli Ingegneri che qui a Latina riunisce oggi il suo Consiglio Nazionale perché faccia propri questi interrogativi e contribuisca a dare alla Città una soluzione adeguata e di alto profilo al problema che si pone, una volta ritornata nella disponibilità del Comune la proprietà dell’immobile. A tal fine, propongo anche l’istituzione di una commissione, composta da tutti gli eccellenti relatori che hanno preso parte all’interessante convegno sulla "Cultura del progetto di Angiolo Mazzoni Del Grande" e presieduta dal Presidente del Consiglio Nazionale perché definisca, appunto, un progetto di possibile fruizione dell’importante edificio di fondazione nei miei obiettivi programmatici destinato ad avere una funzione strategica nel quadro del potenziamento e dell’arricchimento dell’offerta e dei servizi universitari. Perseguo nell’obiettivo di attivare riflessioni sull’utilizzo dei palazzi di fondazione con l’intento primario di restituire identità civica alla Città e l’obiettivo di uscire dal localismo attraverso analisi serie che contribuiscano a fare di Latina la capitale delle città nuove. È necessario aprire un confronto a tutto campo sul futuro urbanistico della città. Ci sono ancora tanti progetti irrealizzati e tutti di grande valenza. Da Frezzotti a Stirling passando attraverso altri progettisti di valore. Se siamo concordi nel voler realizzare la Biblioteca Stirling perché non confrontarci e discutere approfonditamente anche sulla validità ancora attualissima di molti dei progetti rimasti nel cassetto di Frezzotti di cui se ne è apprezzata la bellezza e la realizzabilità attraverso la loro riscoperta avvenuta con la recente mostra della Casa dell’Architettura? Penso ai borghi ancora senza punti di aggregazione sociale, agli spazi che ancora offre l’ampiezza di un territorio che ha bisogno di progetti di qualità, all’arredo (marciapiedi, punti luce, piantumazione, panchine ecc.) che deve essere coerente con il contesto urbanistico, a coniugare recupero con obiettivi da perseguire. Per l’amore che ho per la mia città penso anche a progettarne il futuro servendomi delle migliori intelligenze nazionali e internazionali con l’obiettivo appunto di restituirgli radici e identità civica, fargli superare il localismo e rivendicare il ruolo di capitale delle Città Nuove».

Mauro Cascio


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