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Latina. No al crocefisso nelle scuole. Dura sconfitta per il razzismo religioso istituzionale. Dopo la decisione dei giudici un coro di consensi

Ora il Governo prova a metterci una pezza. Ma la sconfitta brucia. Un po' a sorpresa il giudice del Tribunale dell'Aquila ha detto No al crocefisso nelle scuole. Un altro duro colpo per il papa polacco ( che dichiara in merito: "Mi affido alla Madonna") e i suoi seguaci. «Nell'ambito scolastico - si legge nella sentenza - la presenza del simbolo della croce induce nell'alunno una comprensione profondamente scorretta della dimensione culturale della espressione di fede, perché manifesta l'inequivoca volontà, dello Stato, trattandosi di scuola pubblica, di porre il culto cattolico al centro dell'universo, come verità assoluta, senza il minimo rispetto per il ruolo svolto dalle altre esperienze religiose e sociali nel processo storico dello sviluppo umano, trascurando completamente le loro inevitabili relazioni e i loro reciproci condizionamenti». Il giudice aveva anche preso in considerazione la possibilità che più simboli religiosi venissero esposti sui muri della aule scolastiche. Ma ha deciso che la strada non è percorribile, sia perché "non potrebbe in concreto essere tendenzialmente esaustiva", sia perché "finirebbe per ledere la libertà religiosa negativa di coloro che non hanno alcun credo".
Commenti positivi in ogni orizzonte politico. Una sentenza responsabile secondo la Cgil, "un passo avanti ulteriore verso una dimensione di laicità della scuola italiana". Più radicale la posizione di Rifondazione Comunista per la quale "è solo l'inizio di una necessaria riflessione sulla convivenza multiculturale e su quale ruolo rivesta in questo la scuola". Esulta il mondo laico e liberale di centro-destra: «Una dura sconfitta per il razzismo religioso istituzionale». I Radicali: «Una giornata storica, ma c'è ancora molto lavoro da fare». Fa dei distinguo l'Associazione Nazionale Presidi: «Si riafferma la laicità dei servizi pubblici ma occorre una nuova riflessione sull'ordinamento interno». Grande consenso anche da parte dei cittadini. In un sondaggio del quotidiano La Repubblica il 62% dei lettori si è dichiarato d'accordo con la sentenza dei giudici.

Mauro Cascio


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