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Roma. La battaglia per la laicità. Bruno Segre (Associazione Giordano Bruno): «Vanno sempre difese
libertà di coscienza e diritti di espressione»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Bruno Segre, presidente dell'Associazione
Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno".
Che cosa ha unito il matematico e pacifista Bertrand Russell a Baudelaire, a Samuel
Beckett, a Henrik Ibsen? Cosa hanno in comune i letterati Carducci, George Bernard Shaw,
André Gide e William Faulkner con gli scienziati Büchner, Marie Curie e Linus Pauling?
Il premio Nobel? No, non è solo questo: cosa avrebbero allora in comune Bertold Brecht,
Mark Twain, Anton Cechov, Herbert George Wells, Proust e Victor Hugo, e poi Brahms,
Debussy, Picasso, Matisse e Garibaldi? No, nemmeno i premi e i riconoscimenti sono
la cosa più importante. Ciò che è più importante è che gran parte del rinnovamento
della cultura e della scienza, gran parte del progresso dei nostri tempi è dovuto
all’opera di Liberi Pensatori, come sono stati tutti i personaggi qui citati.
«La nostra Associazione difende le libertà di coscienza e i diritti di espressione,
sia individuali che collettivi, in un’ottica di tolleranza e di pluralismo, e
nel rispetto dei valori della democrazia».
Un'associazione realmente "storica": è stata infatti fondata nel 1906, due anni dopo il
Congresso Mondiale dei Liberi Pensatori di Roma, nascendo sulla base di vari gruppi
libertari e laicisti preesistenti. La “Giordano Bruno” fa parte dell’Union Mondiale
des Libres Penseurs, nata nel 1936 dalla Federazione Internazionale dei Liberi Pensatori,
già attiva dal 1880. Presidenti dell’Union Mondiale
sono stati tra gli altri il filosofo e pacifista Bertrand Russell e il biologo francese
Jean Rostand. L’Associazione è inoltre membro associato dell’International Humanist
and Ethical Union, organizzazione non governativa (rappresentata in varie assise
internazionali) che raggruppa numerose associazioni di non credenti e laici in decine
di paesi del mondo.
È di questi giorni la notizia della sentenza del giudice dell'Aquila che ha vietato
l'uso del crocefisso nelle scuole. Voi cosa ne pensate?
«Siamo sicuramente contenti per una scelta assennata e responsabile.
Si deve affermare il valore del rispetto di tutte le fedi religiose. E ricordare
con forza che l'Italia, costituzionalmente, è un paese laico. Qualsiasi altra volontà, come quella fortemente propugnata dal Ministro Moratti è un vulnus della nostra costituzione. Quel simbolo del cristianesimo è preclusivo delle altre fedi, e persino degli atei».
Andrea Apruzzese
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