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Roma. Il Modello Nathan, all'insegna della laicità. Gastone Ciacci, il pronipote dell'amatissimo sindaco: «Fece della capitale una città europea»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Gastone Ciacci, pronipote di Ernesto Nathan a Roma, al Campidoglio, per un convegno dedicato all'amatissimo sindaco di Roma e organizzato dall'Associazione Libero Pensiero "Giordano Bruno". Mazziniano, repubblicano, massone, Nathan nacque e visse in Inghilterra. Forse rimanendo profondamente influenzato dalla Londra a cavallo tra ottocento e novecento. Una sorta di laboratorio per le idee sociali e di progresso... «Viveva in una città dovi tanti temi tipici della modernità facevano già parte del dna della società. Arrivato in Italia trovò una Roma papalina, in condizioni sociali indegne, con una popolazione lasciata nella miseria più nera. Lui provò a portare Roma a livello europeo, come Londra, appunto, o Parigi. Peccato che la sua spinta innovativa fosse ostacolata da tutto l'estabilishment della chiesa cattolica, molto forte anche al tempo. Questo rinnovamento, imbevuto di un forte retaggio mazziniano, era quanto lui voleva fare per la città, con una grande onestà che tutti, anche i suoi avversari politici, gli hanno sempre riconosciuto». A cento anni esatti dal suo mandato amministrativo possiamo dire che la sua grande eredità fu proprio questa sua dedizione al servizio pubblico? «I problemi per cui si batteva allora sono gli stessi che affligono Roma oggi. È vero che è cambiata enormemente ma continua a non essere completamente "libera" dai poteri che per secoli l'hanno oppressa». Che rischi reali si corrono? «Io credo che sia soprattutto una questione di autogestione. Dove ci sono forze che governano su un diritto dogmatico imposto per fede è difficile che si riescano a tutelare i diritti inalienabili degli individui liberi. Lo vediamo con il cattolicesimo. Lo vediamo con l'Islam. Solo gli antichi romani stavano bene. Oggi bisogna combattere contro questa situazione. Oggi come ieri».

Andrea Apruzzese

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