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Roma. Il Modello Nathan, all'insegna della laicità. Anna Maria Isastia: «La Massoneria doveva aiutare gli italiani a diventare
cittadini sani e liberi»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Anna Maria Isastia, docente di Storia
Contemporanea presso la Facoltà di Lettere dell'Università La Sapienza di Roma,
una delle relatrici del convegno "Progresso Libertà Giustizia all'insegna della laicità:
il modello Nathan". Nel suo intervento lei si è soffermata sul rapporto tra
Ernesto Nathan e il Grande Oriente d'Italia. Fu infatti Gran Maestro della Massoneria.
«Bisogna innanzitutto che cosa era allora la Massoneria. Qualcosa di autenticamente
rivoluzionario, moderno. La loggia già dal 1700 era il luogo per eccellenza di
incontro per tutte le classi sociali, in una società rigidamente classisca.
Ma era anche luogo di incontro per tutte le fedi religiose. La culla di valori
che hanno fanno l'Europa come la libertà, la fraternità, l'uguaglianza. E la tolleranza.
Nella Massoneria Nathan vide uno strumento che doveva avere per l'Italia una funzione
patriottica ed una funzione educativa. L'Italia di fine ottocento è uno Stato ancora
giovane, che si doveva ancora strutturare. Uno Stato in cui bisognava insegnare
gli italiani ad essere tali. E questo doveva avvenire mandando a scuola più
italiani possibili. Fu creata una scuola laica a cui tutti dovevano accedere.
Proprio per provare a "formare" dei cittadini. La Massoneria doveva contribuire
all'educazione nel senso più largo del termine».
Nathan fece qualche riforma nella Massoneria. Sostituì i solstizi con il 21 aprile
e il 20 settembre... «No, fu una sostituzione, non una "riforma". Sì, sostituì
le date fondamentali della massoneria anglosassone con due date che a suo giudizio
erano più importanti. La nascita della Roma imperiali che ha portato il "diritto"
in tutto il mondo conosciuto che era diventata la Capitale che doveva portare alle
genti il Verbo di una nuova etica laica. L'etica laica fu un concetto importantissimo
su cui Nathan Gran Maestro e Nathan Politico si battè fino all'ultimo in un periodo
in cui l'etica sembrava non fosse un valore assoluto che prescindesse dalle religioni.
Lui aveva fiducia nell'essere umano». Potremmo definire Nathan antireligioso?
«Assolutamente no. Come non potremmo definire antireligioso nessun massone.
È una religiosità profonda, che tutte le religioni coinvolge e abbraccia.
Quello che viene combattuto è il dogmatismo e il fondamentalismo. Lui è un mazziniano
convinto».
E a proposito di Mazzini, qual è l'eredità mazziniana in Nathan e nella Massoneria?
«Forse non tutti sanno che tutta la Massoneria italiana di età liberale è stata
mazziniana. I suoi ideali sono stati quelli dei massoni italiani fino al fascismo. Sono stati gli ideali di tutti i Gran Maestri del Grande Oriente d'Italia, a partire dal primo, Giuseppe Garibaldi. Il retaggio
di questi valori nella Storia d'Italia è stato enorme».
Nathan fu tra l'altro anche un femminista ante-litteram... «Ha avuto la fortuna
di avere una madre eccezionale e una moglie eccezionale. Lui ebbe l'idea di una
donna moderna che poteva crescere e formarsi nella società insieme e accanto all'uomo.
La donna è il centro, il cuore della famiglia».
Andrea Apruzzese
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