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Roma. Il Modello Nathan, all'insegna della laicità. Franco Ferrarotti: «Contro speculazioni ed interessi del Vaticano dotò la capitale di
un PRG»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Franco Ferrarotti,
docente di sociologia alla Facoltà di Sociologia de La Sapienza,
relatore del convegno dell'Associazione Libero Pensiero "Giordano
Bruno" su Ernesto Nathan. Che rapporto c'è stato tra il Sindaco e la
sua città? «Meraviglioso. È stato il miglior sindaco di Roma.
Furono incrementati i servizi, pensiamo all'Atac. Roma si pensò
a dimensioni europee, anche con l'inaugurazione di grandi opere
come il Monumento ai Caduti di Piazza Venezia. E tanti altri interventi
sul settore sociale e educativo. Ma soprattutto con Ernesto Nathan
Roma si è dotata per la prima volta di un Piano Regolatore Generale.
«Purtroppo esisteva allora, ed esiste tutt'oggi, un forte blocco
edilizio, un blocco di forze politiche costituito dai grandi proprietari
terrieri che sono riusciti a vendere terreni agricoli in terreni edificabili,
lucrando miliardi. Questo ha dato luogo purtroppo a una disattenzione, se non
proprio ad una aperta violazione, di tutti i Piani Regolatori, attraverso la deroga,
attraverso la variante e l'abusivismo. Nathan provò a fare crescere Roma
con uno strumento edilizio che consentisse di governarne con attenzione
l'espansione. Dopo Nathan Roma si è espansa ugualmente, per carità.
Ma si è espansa in maniera selvaggia e ha dato luogo a delle incongruenze
che vediamo anche oggi. Tra l'altro sappiamo tutti che le strade di Roma
hanno il colesterolo molto alto. Gli interessi al tempo di Nathan sono
stati sacrificati. Ed è bene ricordare che queste forze politiche, non ne
facciamo qui una colpa metafisica, erano gestite da uomini controllati
dal Vaticano». Nathan, oggi, ha una sua attualità? «Bisognerebbe che Roma
risolvesse il problema del centro storico. I servizi devono essere decentrati».
Andrea Apruzzese
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