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Latina. Le origini cattoliche dell'antisemitismo. Maria Mantello: «La chiesa di Roma ha più responsabilità storiche del
nazismo tedesco»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Maria Mantello, autrice del saggio "Ebreo, un bersaglio senza fine. Storia
dell'antisemitismo". Le segregazioni, i divieti, i segni di riconoscimento per gli ebrei, realizzati dalla chiesa di Roma
nel medioevo e auspicati ancora nel XX secolo (fino a qualche anno fa i cattolici pregavano "per il perfido ebreo")
quanto hanno contribuito a spianare la strada alle leggi razziali fasciste e ai miti della razza
pura culminati nello sterminio di oltre sei milioni di ebrei?
«Io cerco di rispondere con questo mio libro che vuole ricostruire la storia dell'antisemitismo,
proprio a partire dall'Editto di Tessalonica del 380 in cui il cristianesimo è diventato cattolicesimo ed è
religione di stato, per cui diviene legale perseguitare diversità e dissenso. Lo stereotipo del "perfido ebreo"
è stato utilizzato sia come facile catalizzatori contro cui convogliare strumentalmente tensioni e rivalse
politico-economico-sociali, sia per salvaguardare in chiave reazionaria i poteri costituiti.
Tutto ciò non ha fatto altro che alimentare l'immagine di un ebraismo che contaminava e minava dall'interno
la società e che, utilizzavato dai nazifascisti per la "difesa della razza ariana", servirà a giustificare
le discriminazioni e il genocidio degli ebrei».
L'antisemitismo nacque dunque dall'odio e dall'integralismo cattolico? «Il cattolicesimo
ha insaguinato l'occidente. Gli ebrei furono accusati di "deicidio", come è noto. (Un deicidio,
vale la pena sottolinearlo, che non è mai stato provato storicamente come del resto non è mai
stata provata storicamente l'esistenza di Gesù di Nazareth, ndR)».
Una lettura che diviene ancora più interessante in questi giorni
in cui tornata prepotentemente alla ribalta la necessità di valori quali la tolleranza ed il rispetto per le
diversità religiose... «Sì, è il valore del laicismo con cui il nostro governo e il nostro stato, che spesso
ha delle tentazioni e delle cadute confessionali, dovrà prima o poi fare i conti».
Tornando all'antisemitismo in genere, quanto ha pesato a livelli internazionali
nel conflitto tra Stato d'Israele e terrorismo palestinese? Non trova ci sia già della malafede
quando un certo tipo di giornalismo o di politica mette sullo stesso piano uno Stato o un
esercito che prova a difendersi e dei terroristi che uccidono civili, donne e bambini facendosi
saltare in aria in autobus e supermercati? «Vi dirò di più. Non vi sembra anche strano che di tanti
conflitti che ci sono nel mondo si parli sempre e solo di quello in Israele?».
Andrea Apruzzese
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