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Roma. Crocefisso, l'altro aspetto del problema. Antonio Polito: «A noi è venuta in mente quella macchia scolorita che
lascerebbe sulla parete...»
Il crocefisso? Antonio Polito, direttore de Il Riformista apre un dibattito. Ma confida:
«Se dobbiamo dirvi la prima reazione d'istinto che abbiamo avuto alla notizia della
sentenza dell'Aquila, c'è venuta in mente la macchia scolorita che lascerebbe sulla parete.
Come quando rimuovete un quadro, e infatti in casa non lo rimuovete mai. Insomma, ci
vuole una ragione molto grave, molto seria, per togliere qualsiasi cosa da una parete.
Tanto più se è un simbolo. Averlo visto per tanti anni affianco alla foto del
presidente della Repubblica di turno, deve averci un po' confuso le idee (o forse no),
ce l'ha fatto sembrare il simbolo di una religione civile. Insieme sembravano dire:
cos'è l'Italia? Democratica e cristiana. Noi ce la lasceremmo, quella croce sul muro.
Ma questa, come abbiamo detto, è una reazione d'istinto».
Mauro Cascio
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