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Latina. No al crocefisso. Morris Ghezzi: «Le battaglie massoniche, illuministiche e laiche sono state finalmente recepite dalla Magistratura»

«Nel febbraio del 1908, Leonida Bissolati socialista riformista e Massone presenta alla Camera dei Deputati la seguente provocatoria mozione, in difesa della laicità della scuola: "La Camera invita il Governo ad assicurare il carattere laico della scuola elementare, vietando che in essa venga impartito sotto qualsiasi forma l'insegnamento religioso"». Racconta Morris Ghezzi, docente di Sociologia del diritto all'Università Statale di Milano: «Uno Stato democratico, per Bissolati, non può favorire l'insegnamento confessionale, poichè esso dovrebbe escludere. Giovanni Giolitti, ansioso di ottenere l'appoggio dei cattolici, si oppone alla mozione, che venne respinta a larga maggioranza, provocando anche lo scisma più grave e durevole della storia della Massoneria Italiana, quello tra il Grande Oriente d'Italia di Palazzo Giustiniani e Piazza del Gesù . Da allora il laicismo italiano, periodicamente, ha rispolverato il tema della religione a scuola, ricordando come uno Stato laico e democratico debba essere di tutti i cittadini senza distinzioni di credo politico o religioso. Perchè il Concordato; non basta forse la libertà religiosa garantita egualmente a tutti dalla Carta Costituzionale? A cosa servono i crocefissi sulle pareti di aule scolastiche ed uffici pubblici? Perchè celebrare civilmente le festività religiose? Ma soprattutto, per quale motivo finanziare la religione con il denaro pubblico, dei contribuenti? Se la religione è un fatto personale, meno lo Stato se ne occupa meglio è. Anzi lo Stato dovrebbe occuparsene solo ed esclusivamente per garantire a tutti la libertà di culto e tutelare tale libertà dei cittadini dagli attacchi che potrebbero arrivare da altre religioni concorrenti, violente ed integraliste. La recente sentenza del Tribunale dell'Aquila, che intima di rimuovere il crocefisso dalle aule scolastiche al fine di non ingenerare negli alunni l'idea che il culto cattolico abbia un valore di verità assoluta, avallata dallo Stato, e che la struttura scolastica pubblica sia connotata in modo confessionale e non pluralista, manifesta aspetti al contempo positivi ed inquietanti. Sul lato positivo, si potrebbe dire che dopo decenni, secoli, di battaglie civili per la laicità dello Stato, finalmente essa è stata recepita anche dalla Magistratura italiana. Ma non illudiamoci: il lato inquietante è destinato a prevalere. Il ricorso alla Magistratura è stato promosso in nome di una religione non meno integralista di quella cattolica, la religione islamica. Non siamo in presenza di una ricerca di libertà per tutti, ma del classico conflitto tra assolutismi e totalitarismi religiosi che hanno storicamente dato pessima prova di se stessi in passato, ad esempio con le Crociate, con l'Inquisizione, con l'intolleranza, con le guerre di religione del seicento europeo e, più recentemente, con i conflitti indiani tra mussulmani ed indù, per citare esclusivamente le manifestazioni più note e deteriori di questi fenomeni religiosi. Le battaglie illuministe e laiche degli ultimi quattrocento anni hanno consentito finalmente e faticosamente all'Europa di conquistare a caro prezzo di sofferenze e di sangue i valori delle libertà individuali e della tolleranza religiosa. Le Chiese cristiane sono state costrette, loro malgrado, a riconoscere i diritti fondamentali dell'individuo e le sue libertà, prima fra tutte quella di pensiero. Oggi un altro integralismo, che proviene da un passato medioevale antilluminista ed antiumanistico, ci si para di fronte: l'Islam. Certo, come non tutto il cristianesimo fu violento ed integralista, neppure tutto l'Islam fu ed è tale, ma, ben si sa, i peggiori prevalgono sempre sui migliori. È bello pensare che le religioni cerchino di valorizzare la spiritualità umana, ma purtroppo non è così. Siamo ancora in attesa di una religione che dia libertà agli altri culti quando è maggioritaria e possieda anche il potere politico. Speriamo ancora invano che una qualche Chiesa rivendichi libertà non per sé, ma per tutti. Dall'Islam mi aspetterei che consentisse ai cristiani di costruire chiese là dove è maggioritario o, più semplicemente, consentisse, a chi lo desidera, di bere tranquillamente vino o birra nei territori da esso dominati, senza incorrere in sanzioni anche penali, prima di pretendere una libertà in Europa, che i singoli mussulmani, in quanto esseri umani, si meritano, ma che l'Islam, in quanto religione assolutista, non merita. Se la Turchia ha oggi qualche cosa di moderno lo deve a Mustafà Kemal, detto Ataturck, ma quanti Ataturck ci sono negli stati islamici? Purtroppo, ancora una volta in Italia la libertà sembra arrivare nel modo e nei tempi sbagliati, sulle ali di neppure troppo celati pericoli di fondamentalismi, di integralismi e di totalitarismi anche peggiori di quelli vissuti nel passato. Forse si deve con tristezza condividere il pensiero di Bertrand Russell ed estenderlo: "I nove decimi delle attività di un governo moderno sono dannose, dunque, peggio sono svolte meglio è".

Mauro Cascio


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