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Latina. No al crocefisso. Domenico Cambareri: «La Massoneria non interviene perché è
abituata ad aprire strade ed anticipare vie. Per lo sciocchezzaio di questi giorni
non può fare altro che sorridere divertita»
Mentre per qualche ora l’interesse sul proscioglimento di Andreotti prende il sopravvento, e dietro esso arranca l’attenzione sulla votazione in Senato sulla finanziaria. Mentre i missini di ieri sono più democristiani dei democristiani di ieri e di oggi; mentre i democristiani di oggi assumono la non colpevolezza di Andreotti a scudo e blasone dei passati decenni improvvisamente e magicamente ritinti in vergineo bianco. Mentre Mino Pecorelli e Giorgio Pisanò si rivoltano nelle loro bare, e così anche altri uomini morti per sconosciuti motivi o per invincibile testardaggine; mentre i teoremi e le trame e le strategie dell’occupazione del potere da parte del nobilatato dell’asse togato-parlamentare sbava di rabbia e di paura. Mentre i leghisti sguainano i croficissi e con essi duellano anche contro l’extracomunitario papa; mentre fanatici e inguaribili ateomaterialisti di marca marxista diventano improvvidi sacerdoti di ecumenico sincretismo e agape pancristiana. Mentre i missini di ieri sono pronti a riformare laicamente o laidamente la costituizione per renderla “cristiana” anche nelle radici e rispondere di filo ai leghisti; mentre i clericali ossequiano il rispetto delle libertà religiose sotto l’obbedienza all’usbergo clericale mancante e gridano e invogliano andando alle navi “a Lepanto! a Lepanto!”, e si prostrano e s’addolorano per la mancata guerra santa e i loro ecumenisti invocano invece il dialogo delle frontiere aperte delle moltitudini straripanti per mari e per monti e circoli della Caritas anche a casa tua. Mentre i tanti mentre si accalcano, si cavalcano, si scuotono si scontrano in un indefinibile caos, e con essi i nuovi e più spettacolari mentre di giuristi, antropologi, scrittori laici, socialisti liberali miscredenti e clericali si strappano gli abiti, la pelle il cervello per accreditare l’incombenza dell’islamizzazione forzata. Mentre ogni voce di richiesta di cautela, riflessione, sospensione temporanea del giudizio è travolta come complice di questo e di quest’altro nel baillame infernale di Azzeccacarbugli teologici falliti miseramente nella ragion politica. Mentre un’ infamante e generalizzante onda di demagogia forsennata acceca le intelligenze, non c’è che da constatare ancora una volta come questa povera Italia si trovi nel mezzo delle più impietose sciagure. Se questa è, ancora una volta, ancora l’ennesima volta, la qualità intellettuale, morale, spirituale delle sue élite e dei vituperi che lanciano senza più accorgersene anche contro il Cielo, è davvero da dire: Babele, bordello, selva infame!
Forse è in simili casi che può più della saggezza e del richiamo al buon senso e al garbo una battuta di buonumore. Ma anche qui il pericolo è grande, grandissimo, esplode…perché la reazione del potere vieta che questo, come pare si paventi…è certo è certo, sì che è certo … che chi osi - rosso rosso e ancora rosso anticlericale antifascista rosso d’un ex fascista zimbello e giullare Nobelfò - non possa sfottere l’aborto di Berlusca nelle piazze di Milano. Sì, proprio l’aborto di Berlusca, operato al sole da Gavin squartatore con tanto di mazzi magici e di prezzemolo. In simile scompisciante e al tempo stesso drammatica ininterrotta pantomima, chi mai richiede: “Ma di questi attori, quanti ci vivono ben bene?”.
Conviene proprio l’ironico sinuoso umettato sorriso di una multitonda Matta grand’Ubalda, una Venere Sconsolata della Natura per mandare al diavolo curati di campagna e baciapile e mangiapreti sconsolati?
Quanta porca storia sprofonda nella bassezza delle demagogie di questi giorni? E chi tuona e tuona ancor più forte contro l’altro, cosa vuol nascondere? È bene allora che Ida Magli continui ancora a studiare, a tanto studiare e a tanto capire, per non cadere nel giuoco dei cinici pseudolaici che vuol condannare. Che l’insigne giurista socialista antifascista ed ex presidente della Corte Costituzionale spunti la sua saccente senile rabbia laica filoclericale e incominci a capire cosa è la Norma, come Oltralpe è per tutti nei modi più ovvi, scontati, immediati, intuitivi… per quel che non ha capito come politico e come giurista. Che l’altro giurista, anch’egli finora da me visto sotto altra luce, non nasconda sotto il cappello, fra regi decreti circolarine morattine e sarabande estensive di una sezione del Consiglio di Stato, il buon Paolo Armaroli, una qualche sentenza penale della Cassazione.
Ma che dico e che scrivo mai, che scrivo mai: anche io scivolo come e peggio della Magli fra le acque saponate e unte del pelago della famelica bestia della demagogia politica? Non dovevo ancora spingere Baget Bozzo ad ardire alla teoria del musulmano cattolico e ancora a quella del musulmano liberalcattolico? La strada è ancora lunga. E bisogna continuare. Sì, bisogna continuare, anche dicendo no a Marco Pannella.
Pannella, che c’entra in tutto questo sordido traffico la Massoneria? Che c’entra in tutta questa massa informe e putrida che si ricurva e crolla in se stessa la Massoneria? Nella tua foga oratoria, nella tua passione civile, per quanto libertaria e non liberale, nel tuo richiedere interventi forse ti sei confuso?
In tutto questo sciocchezzaio e per tutto questo sciocchezzaio è bastato e basta un uomo che si dimostra inaspettatamente più che par loro. Questo scozzese, egiziano e…italiano di Adel Smith.
La Massoneria. Singolare immensamente plurale, plurale che in Italia ha denominatori comuni più frammentati che estesi. La Massoneria. Una forza ciononpertanto vitale che qui ha poco da dire. Ha solo da guardare, constatare, meditare e sorridere. Avrà da dire, più in là e sicuramente su poco. Bastano le odierne prognosi. La Massoneria ha aperto strade ed anticipa vie, è operatrice di quanto e su quanto ci si cimenta e avvia per il futuro, e conserva quanto non muore…e per combattere e risolvere secolari nodi. Non per essere custode mummificata di idoli e di tabù. Questa pseuodoguerra odierna è scarnificante del minimo senso di amor proprio culturale, di orgoglio personale, di interesse profondo per gli accadimenti. È strumento e mezzo per falsi cerebrolesi della politica.
È con il nuovo Concordato, già a metà anni ottanta, che avvengono trasformazioni generalizzate. In pochi anni, anche, come ci ricorda la memoria, con non qualche polemica, che vengono tolti da gran parte degli edifici pubblici, scuole comprese, i crocifissi. In una condizione di quasi generale regolarità. La cosa pertanto non è da antedatare erroneamente e ideologicamente agli anni del sessantotto. È soltanto dopo che a volte vengono rimessi o, dove non sono stati rimossi, i crocifissi rimangono. Il crocifisso esposto in ambienti pubblici chiusi, e presente come unico elemento “decorativo” è e non può che essere espressione e simbolo preminente di una fede, e in particolare di una precisa confessione religiosa. Poco contano le amplificazioni sociologico-storiche del giudice incorso negli strali delle turbe forsennate. Qui si sta facendo la guerra per una “guerra” già persa, se così si può dire, regalando all’infame nemico una immensa e pregustata vittoria!
Lo scandalo sta tutto qui. Lo scandalo è scoppiato, ed soltanto giustificabile per i normali cittadini e non per quanti ricoprono cariche pubbliche, per gli intellettuali, per i prelati: esso è volato via veloce dalla sfera più intima ed emotiva delle persone, anche se non di tutte le persone. È stato espressione simultanea di un senso di crudo e insopportabile smacco, di chi si senti comandare a casa sua. E su tutto questo, gli altri hanno giocato e stanno giocando duro, in un intreccio caotico deplorevole vieto e ributtante di sture e infamie e di giudizi tranciati di tutti i tipi.
Esso è il primo vero, forte impatto emotivo con le ulteriori trasformazioni della nostra società. Ma è anche l’espressione superata di quel laicismo all’italiana, perché con il tanto lasciar stare ci ritroviamo di mezzo i cadaveri vecchi di decenni e di secoli. La nostra presunta bonomia è infatti sempre di giustificare o far finta di nulla per quel che fa Santa Romana Chiesa. Una storia diversa, molto diversa da quella dei cattolici e dei clericali di altre parti d’Europa. E dei laici. Ed oggi, anche per noi italiani, e per quanti fra di noi sono cristiani non cattolici e non ortodossi, ebrei, musulmani, testimoni di Geova, buddisti, induisti e…non per questo scherniti e cacciati, non credenti. È qui che sta il ruolo assoluto universale e irrinunciabile e della superiorità garanzia e terzietà dello Stato nei confronti dei cittadini, delle loro fedi credenze idee aggregazioni. Avremo motivo di parlarne con il dovuto senno, ma vogliamo prima poter parlare di quello di cui non si vuole parlare. Di scelte economiche, di finanziaria, di politica delle riforme, di abbattimento degli enormi passivi del settore farmaceutico, di riforma delle attribuzioni alla Banca d’Italia alla Consob all’Isvap, di stipendi dei dipendenti pubblici, di riforme delle pensioni, di riduzione ulteriore dei trasferimenti agli enti locali, di investimenti grandi cospicui enormi nelle tecnologie avanzate e non di fumetti per il ritorno dei “cervelli” e di “Silicon Valley”. È qui che casca l’asino. È qui che c’è l’aborto. Di Berlusca e di Gavino.
A tanti la lotta del e per il crocifisso pare proprio far molto comodo. Ma il povero Cristo, il Gesù cristiano, è proprio vittima di ladroni e Barabba. Alla faccia della povera Italia, dei suoi guai e dei suoi coloriti prossimi Camilli e Pepponi. Ma guai a cadere nei cavilli di codesti altri uomini.
Domenico Cambareri
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