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Roma. Il Patto Noachita. Il Gran Maestro della Massoneria e il Rabbino Capo della Comunità ebraica: lo "storico" incontro su ParvapoliS

Meeting storico quello svoltosi a Villa Medici "il Vascello" - sede del Grande Oriente d'Italia di Palazzo Giustinani - tra il venerabilissimo Gran Maestro Gustavo Raffi e il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni. È la prima volta, infatti, che Ebraismo e Massoneria si incontrano ufficialmente dopo i molti fraintendimenti, generati dalla propaganda anti-ebraica e anti-massonica. E se è vero che il nascente stato liberale italiano, avvalendosi di forti presenze massoniche, determinò non solo la fine del potere temporale dei papi ma anche la fine del ghetto di Roma, è altrettanto vera, purtroppo, la tendenza degli avversari ad associare in negativo tra loro ebrei e massoni per la presunta segretezza dei rituali e per l'uso del simbolismo ebraico nei templi massonici, sino alla formulazione, nei tempi bui del nazifascismo, del cosiddetto complotto pluto-demo-giudaico-massonico. E su quest'ultimo, ha subito ironizzato Riccardo Di Segni, ricordando la sua familiarità con tre dei quattro aggettivi del cosiddetto complotto: quelli relativi allo spirito democratico, all'appartenenza alla comunità ebraica e alla conoscenza della Massoneria di cui suo padre faceva parte.
«Ignoto - ha aggiunto Di Segni, tra l'ilarità dei circa quattrocento partecipanti tra massoni e non - è stato invece sempre per me il primo aggettivo della lista: il 'pluto'». Lo storico incontro era stato preceduto, mesi prima, da una lettera del Gran Maestro Gustavo Raffi al rabbino capo di Roma in occasione della Giornata della Memoria: "Nella Giornata della Memoria - scriveva tra l'altro il Gran Maestro - sento il dovere di ricordare come noi Liberi Muratori avvertiamo con forza, oggi più che mai, l'inderogabile necessità che il mondo non dimentichi le atrocità commesse contro uomini e donne, inermi e indifesi, colpevoli solo di appartenere al popolo ebraico (...) La Libera Muratorìa, erede dei principi universali di Fratellanza, Uguaglianza e Solidarietà, alza con forza il suo grido contro ogni barbarie, contro ogni intolleranza, contro ogni forma di oppressione e discriminazione verso chi ci appare diverso e contro ogni manifestazione volta a umiliare e a distruggere la dignità dell'Uomo (...)".
La serata del Vascello è stata preparata con cura dal fratello Bernardino Fioravanti, direttore del Servizio Biblioteca del Goi, che in breve tempo ha allestito una mostra dal titolo "Mondo Ebraico e Massoneria" con 220 pezzi tra oggetti e documenti per illustrare l'influenza della tradizione ebraica nel simbolismo e nei rituali libero-muratòri, nonché i toni della violenta propaganda anti-ebraica e anti-massonica di oltre un secolo.
A Giuseppe Abramo, Gran Segretario del Grande Oriente ed esperto di ebraismo, il merito di aver contribuito non poco alla realizzazione dell'iniziativa: «Oggi - egli ha detto introducendo il dibattito - il Grande Oriente d'Italia si apre al dialogo con la tradizione ebraica e sempre oggi la comunità ebraica di Roma si apre al dialogo con la Massoneria». Continuando, il Gran Segretario ha messo in risalto "lo straordinario respiro cosmico dell'ebraismo" e il comune atteggiamento di ebrei e massoni nei confronti della tolleranza: l'ebraismo non si rivolge unicamente agli Ebrei e non rivendica la cosiddetta salvezza unicamente per i propri fedeli ma la garantisce a chiunque accetti e pratichi i Sette Precetti dei Figli di Noè, che prima di essere articoli religiosi sono norme della ragione e della dignità umana, le stesse norme che guidano e regolano il lavoro massonico nei diversi gradi.
Ed è appunto sui precetti noàchidi che il rabbino capo di Roma ha preso subito dopo la parola, ricordando il patto che Dio concluse con Noè "uomo giusto e integro e che camminava con Dio" come di lui è detto in Genesi (6 ,9), salvato dalle acque e "speranza del mondo" come lo definisce il libro della Sapienza (14, 16), perché simbolo di una umanità nuova che avrebbe sostituito la precedente, colpevole di violenza contro Dio e contro gli uomini. E nella tradizione ebraica le colpe commesse dall'uomo contro l'uomo sono ben più gravi di quelle commesse contro Dio, giacché queste ultime possono essere rimesse nel giorno dell'espiazione o Kippur, mentre le prime necessitano del perdono da parte dell'offeso. Noè è il primo tipo dello Zaddiq, l'uomo giusto per eccellenza, senza distinzione di razza, lingua, nazionalità o religione. I sette precetti dati a lui e alla sua discendenza, benché compresi nelle 613 Mitzvoth degli Ebrei, si rivolgono ai giusti di tutte le nazioni con un precetto positivo: l' obbligo di istituire tribunali di giustizia e sei negativi: divieto di idolatria, di bestemmia, di relazioni sessuali illecite, di omicidio, di furto, e di cibarsi di animali vivi. Da questi precetti fondamentali discendono poi numerosi corollari positivi e negativi: così, per esempio, dal divieto di omicidio deriva anche l'obbligo di mettere in salvo una persona perseguitata; dal divieto di relazioni sessuali illecite il divieto di castrazione degli uomini e degli animali; dal divieto di cibarsi di animali vivi anche il divieto della caccia e così via.
Nel chiudere la manifestazione, il Gran Maestro Gustavo Raffi ha messo in evidenza il significato dello storico incontro tra due minoranze - ebrei e massoni - spesso accomunate nel dover subire intolleranza e persecuzioni. Ha sottolineato infine l'importanza del dialogo praticato all'insegna della tolleranza che, nel suo significato più autentico e secondo la lezione del filosofo Guido Calogero - ha sottolineato il Gran Maestro - non è semplice sopportazione ma rispetto dell'altrui diversità. Con questo spirito e in questa prospettiva, la Massoneria, che non è una chiesa, guarda a tutte le fedi, consapevole di essersi via via trasformata da "corporazione muratoria" in "Tempio dell'Umanità" dove uomini diversi per razza, per religione e per credo politico "trovano un luogo comune per confrontarsi".
Nella foto da sinistra a destra Bernardino Fioravanti, Riccardo Di Segni e Gustavo Raffi.

Mauro Cascio


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