Parvapolis >> Economia
Aprilia. Il CNR sulle centrali a Turbogas. Augusto Di Lorenzo: «Una ricerca autorevole che prova la dannosità del
particolato di taglia minuta...»
L'Assessorato all'Ambiente interviene in merito al nuovo studio del Consiglio Nazionale
delle Ricerche (CNR) di Bologna che mette in guardia sui danni per l'ambiente e la
salute derivanti dall'apertura di nuove centrali a turbogas. La questione riguarda il
nostro Comune dove dovrebbe sorgere una centrale a gas nella frazione di Campo di Carne.
L'Amministrazione comunale ha sempre espresso parere contrario alla costruzione della
centrale e questa ricerca ne avvalora ancora di più la posizione.
Secondo l'indagine pubblicata sul numero di novembre de "La chimica e l'industria",
organo ufficiale della Società chimica italiana, le nuove centrali a turbogas per la
produzione di energia sono altamente inquinanti e pericolose per la salute dell'uomo.
«Una centrale a ciclo combinato a gas naturale (turbogas) da 800 megawatt di potenza
elettrica», spiega Nicola Armaroli, autore della ricerca, «brucia un miliardo di metri
cubi di gas all'anno e produce parecchie centinaia di tonnellate di polveri fini e
ultrafini, molto pericolose per la salute. Nonostante questo, in nessuno delle decine
di progetti per nuove centrali elettriche che utilizzano questa tecnologia, inclusi
quelli già autorizzati dal ministero dell'Ambiente, si fa menzione della produzione
di questi pericolosi inquinanti».
«La lacuna nei progetti italiani», sottolinea Armaroli del Cnr, «è molto grave perché
è dimostrato che è proprio il 'particolato' di taglia minuta a danneggiare maggiormente
la salute: più le particelle sono piccole, più penetrano lungo le vie respiratorie».
Lo studio è stato richiesto dall'Assessorato all'Ambiente e sarà depositato presso i suoi
uffici a disposizione di chi lo voglia visionare.
«La dannosità queste centrali a turbogas è ulteriormente provata dalla ricerca del
Cnr - spiega l'Assessore all'Ambiente Augusto Di Lorenzo -. Le società che si occupano
di energia dovrebbero pensare a vie alternative di produzione che non siano
dannose per l'uomo e per l'ambiente».
Mauro Cascio
|