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Roma. Alle Origini delle Religioni. Bent Parodi di Belsito: «Solo la pseudocultura mira alla frammentazione dei saperi e delle
conoscenze»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Bent Parodi di Belsito, presidente dell'Ordine
dei Giornalisti della Sicilia, a margine del convegno
nazionale dal tema «L'obbligo di sapere, la vanità di comprendere:
Zolla e l'esoterismo. Alle origini delle religioni» organizzato dal Supremo
Consiglio del Rito Scozzese Antico ed Accettato per la Giurisdizione Massonica
Italiana di Palazzo Giustiniani.
Il suo intervento aveva per tema "Le parole e la cosmogonia"...
«Io ho scelto un particolare aspetto del pensiero di Elémire Zolla.
Tutti lo conosciamo per capolavori come "Che cos'è la Tradizione",
"Verità segrete esposte in evidenza", "La filosofia perenne". Opere indimenticabili
pubblicate da Mondadori, Adelphi, Marsilio, Einaudi. Eppure
per tutta le vita ha espresso profondo interesse per le etimologie. Un interesse
che noi troviamo in tutti i suoi saggi. Non sono esercizi senza senso ma mirano
a decodificare il valore reale delle cose. La parola non è solo un suono a cui
si assegna un significato convenzionale. Le si attribuisce un significato riposto
a cui è legata la nascita del mondo. Un mondo che può essere l'universo nella
sua totalità, universalità o anche solo una sua parte. Un mondo, persino interiore,
che scoperto, per intuire e capire le nostre motivazioni più profonde».
Un insegnamento che oggi ha la sua validità, in una società in cui le parole
sfuggono via con facilità; soprattutto nei linguaggi delle nuove forme di comunicazione
dalla televisione ad Internet... «Zolla era partito dalle teorie dell'indo-europeo
originario. La sua vita finì con la consapevolezza che la lingua indo-europea
non era mai esistita. Tutte le lingue discendono dal sumero e dall'accadico, cioè
dall'antico babilonese. Si lasciò sedurre dalle teorie e dalle scoperte di un
grande filologo, Giovanni Semerano, che aveva pubblicato un libro in quattro volumi
sulla letteratura indo-europea. C'è quindi un fondamento di realtà nel mito biblico
della Torre di Babele e della confusione delle lingue».
Si potrebbe vedere un drammatico riferimento alla situazione odierna. Un parallelismo,
tra la babele delle lingue e l'incompresione tra i popoli... «Non c'è dubbio.
È un problema che riguarda la Cultura e le culture. La vera Cultura, quella con la
C maiuscola, è riservata a pochi sapienti, a pochi eletti. Ed ha una caratteristica:
libera. E là dove libera, unifica. Mentre la cultura con la c minuscola mira, diremmo
la sottocultura o la pseudo cultura, mira alla frammentazione dei saperi e alla loro
dispersione. Con tutte le storture che abbiamo sotto gli occhi: la riesplosione dei
nazionalismi, se non addirittura dei regionalismi, dei localismi. L'incomprensione
odierna è una forma inedita della confusione delle lingue». La Conoscenza, il rispetto,
la Tolleranza come strumenti fondamentali della Libertà... «Solo la Cultura ci prepara
al dialogo con gli altri Paesi. Capire le loro motivazioni profonde e preparare un
terreno comune di identità. È quanto avveniva al tempo delle crociate, pensiamo
al rapporto tra i Templari e i Sufi. È possibile capire l'Islam là dove l'Islam
capisca le motivazioni profonde della cultura europea».
Andrea Apruzzese
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