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Firenze. Il Mestiere del Giornalista. Baldo Meo: «La normativa sulla privacy poco chiara? La valutazione
è a cura dell'autore di un articolo»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Baldo Meo, responsabile della Comunicazione del Garante
della Privacy. Noi giornalisti spesso abbiamo un problema. Da quando sono uscite le
nuove leggi sul "diritto alla riservatezza" ci troviamo un po' legati e condizionati,
in dubbio su cosa si possa scrivere e cosa invece no. È vero che ci sono dei settori
in cui il legislatore è preciso e puntuale, come i minori o i malati, altri in cui ci sono
zone d'ombra o di ambiguità. Lei cosa ne pensa? «Io penso che il Codice Deontologico
dei Giornalisti ha cercato di tracciare un equilibrio, per modulare la libertà di espressione
e la dignità delle persone. È un tentativo importante. Su alcuni punti, come sottolineavate
c'è molta chiarezza: pensiamo alla Carta di Treviso per quanto riguarda i minori.
Rimane fisso un elemento fondamentale che è quello della scelta responsabile del
giornalista. Non ci sono formule fatte». Secondo lei a che punto siamo con l'applicazione
della legge 150? «Sicuramente occorrerebbe una applicazione un po' più "convinta"
da parte delle pubbliche amministrazioni».
Andrea Apruzzese
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