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Latina. Attentati e sicurezza. Maurizio Calvi: «Il laicismo è il nemico di ogni fondamentalismo. Il livello di vigilanza deve rimanere molto alto»

Il senatore pontino Maurizio Calvi, Presidente del CeAS, Centro Alti Studi per la Lotta al Terrorismo e alla Violenza Politica, concorda con quanti ritengono che una devastante azione concentrica a danno di tutti i Paesi che, più o meno direttamente, hanno sostenuto l'iniziativa anglo-americana in Iraq. «Gli attentati che negli ultimi giorni hanno colpito l'Esercito italiano a Nassiriya e, in Turchia, le sinagoghe ebraiche ed oggi la sede consolare inglese insieme ad un importante gruppo bancario – dichiara i Calvi, – sono tutti legati da un unico filo conduttore». «In questa fase – afferma – gli uomini di Al Qaeda colpiscono obiettivi fortemente simbolici sul piano istituzionale, come l'Onu, la Croce Rossa, le sinagoghe ebraiche e sedi diplomatiche e militari, con azioni che generano un moltiplicatore di insicurezza globale. Con gli attentati compiuti in Turchia, i fondamentalisti islamici mirano inoltre a destabilizzare una democrazia laica già fragilissima e che, con grandi difficoltà interne, si sta affacciando verso l'Europa e l'Occidente e con essa tutta l'area mediorientale». «Quest'ultima ondata di azioni terroristiche conferma che non si può fare a meno di mantenere un livello di vigilanza altissimo, all'interno del nostro Paese così come presso i nostri stanziamenti in Iraq e le nostre sedi consolari ovunque nel mondo. In Italia – puntualizza Maurizio Calvi – vi sono numerosi obiettivi sensibili anche in ragione della significativa presenza di importantissime sedi militari americane. Proprio per questo, i nostri apparati di sicurezza devono controllare con la massima attenzione le aree metropolitane che ospitano basi militari come Gaeta, Napoli, Verona, Pisa». «L'escalation di Al Qaeda non si arresterà, purtroppo, con gli attentati compiuti ad Istanbul. Ed in questa dimensione di insicurezza globale, l'esito della guerra al terrorismo internazionale - conclude il presidente del CeAS - è ancora incerto e lontano».

Elisabetta Rizzo


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