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Gaeta. La Musica come Potere Comunicativo. Gino Castaldo: «Oggi conta l'intensità e la voglia
di riappropriarsi di un senso preciso delle cose»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Gino Castaldo, editorialista del quotidiano "La Repubblica"
ed esperto nel campo musicale. Lei si è mostrato fondamentalmente ottimista sul futuro
della musica in Italia, nonostante attualmente sia l'editoria che la discografia versino
in condizioni non proprio esaltanti...
«Io sono ottimista di natura, e per esperienza più che decennale nella musica italiana
sono convinto che vi siano dei cicli: siamo adesso giunti ad un punto talmente basso,
che non penso si possa peggiorare ancora. Siamo arrivati al capolinea di un ciclo
di regressione e di impoverimento della musica e della sua capacità comunicativa: ora
siamo pronti per qualcosa di nuovo, e i dischi che ho ascoltato negli ultimissimi
giorni mi fanno ben sperare in questo senso».
Scendendo al livello un po' più tecnico, in quale settore pensa si possa attuare questo
risveglio: attingendo alle radici, come ad esempio nella musica etnica, oppure guardando
al futuro con la musica elettronica, oppure ancora insistendo sul melodico e
sull'orecchiabile?
«Secondo me questo non è importante, perché abbiamo assistito ad uno sviluppo che ha
visto un po' la dissoluzione di queste gerarchie: contano soprattutto l'intensità e
la voglia di riappropriarsi di un senso delle cose. Si può fare qualsiasi cosa,
l'importante è che si riparta anche dalla parola, ridando importanza ai testi
e forza alla parola della musica che ha sempre come sua funzione primaria
quella di trasmettere emozioni e messaggi».
Glauco Di Mambro
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