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Latina. Politiche del Lavoro. Maria Annunziata Luna (Per il Lazio): «Importante l'orientamento che deve indirizzare i giovani nei loro passi»

“Parlare di politiche del lavoro significa prendere consapevolezza che il lavoro non si – come andava di moda dire qualche tempo fa – “inventa” e tanto meno si “crea”, dove con il termine creare si dovrebbe comunemente intendere fare dal nulla. Ad una condizione occupazionale soddisfacente si arriva attraverso politiche mirate allo sviluppo del territorio che portano come conseguenza il lavoro. In questo senso si pongono i recenti riconoscimenti, da parte della Regione Lazio, dei Sistemi Produttivi Locali Agro-alimentare e Chimico-farmaceutico alla provincia di Latina” così il Presidente della Commissione Attività Produttive della regione Lazio Maria Annunziata Luna in apertura dei lavori del convegno L’orientamento tra formazione e politiche del lavoro “Le politiche del lavoro sono quelle che mirano alla crescita di un territorio, che orientano la formazione in base sia alla richiesta di mercato – presente, ma soprattutto futura – sia in base alle potenzialità dei giovani. Qui si innesta” prosegue Luna “il compito demandato all’orientamento: che dovrà essere in grado di indirizzare i giovani tenendo conto delle loro aspirazioni, delle richieste del mercato e delle offerte formative”. Luna ha sottolineato inoltre un aspetto che “rende vano ogni orientamento nel momento in cui la crescita culturale di tutta una comunità non avviene simultaneamente ai diversi livelli. L’orientamento non deve risolvere i problemi occupazionali, ma deve semmai orientare verso la strada migliore per risolverli. Le aziende, da parte loro, non devono pensare di essere avulse dal territorio: assolutamente non chiediamo loro di farsi carico dei problemi del territorio e dei cittadini, ma chiediamo di essere attente e rispettose delle tematiche sociali e dei problemi che esse comportano”. Luna ha quindi concluso riportando un recente episodio di una una ragazza disabile, brillante studentessa universitaria, alla sua richiesta di lavoro, si sarebbe sentita rispondere che le aziende preferiscono pagare una multa piuttosto che assumere un disabile, cosa che, oltre ad essere imposta dalla legge, consente anche alle imprese di ottenere sgravi fiscali: “Mi sento di dire che questo episodio non fa parte della nostra cultura di impresa, ma di uno spiacevole malinteso, e poiché e’ compito della politica, e in particolar modo del mio ruolo di Presidente della Commissione attività produttive, è anche quello di coniugare le esigenze della produttività con le esigenze rappresentate dalle persone, invito le associazioni di categoria, oggi presenti, a farsi promotrici presso i propri associati di una ancora maggiore sensibilizzazione per il futuro”.

Elisabetta Rizzo


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