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Latina. Piccoli sindacati soffrono. Antonino Spanalatte (Ugl): «Come presentarci alle RSU se i nostri elettori
non conoscono il programma?»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Antonino Spanalatte,
segretario provinciale dell'Ugl Scuola.
Quali sono le problematiche del comparto per quanto
riguarda le rappresentanze sindacali?
«In questi giorni stiamo protestando per via del fatto che
pur potendo presentare delle liste alle RSU non possiamo
illustrare ai nostri elettori il programma che ci prefiggiamo
di portare avanti. E questo è in netto contrasto con le libertà
sindacali che vengono concesse ad ogni singolo cittadino».
Quali sono le motivazioni? «Si è dato il monopolio alla triplice
sindacale, la Cigl, la Cisl e la Uil unitamente alla Snals.
Ma non è questo il punto. Non riusciamo, ripeto, nemmeno
ad illustrare il nostro programma. Quel predominio non è di fatto
nemmeno possibile metterlo in discussione». Cosa fare?
«Non si riesce a capire come mai il Governo mantenga
e tolleri questo monopolio». Secondo voi si tratta dunque
di una vera e propria violazione della democrazia sindacale...
«Noi rivolgiamo il nostro appello alle segreterie nazionali.
Tutte le organizzazioni sindacali devono avere le stesse possibilità.
È il senso della nostra battaglia: riuscire a comunicare».
Il problema è dunque incontrare l'elettorato... «Immaginiamo quanto
sia difficile fare una cosa del genere, senza una assemblea sindacale,
all'interno della scuola, nel contesto specifico. Noi vorremmo illustrare
con chiarezza la nostra identità e il nostro programma al personale
docente e non docente. Fuori dall'istituto come si fa? C'è
una palese violazione di quelle che sono le norme di libertà sindacale
e del cittadino e questo è contrario agli articoli 2 e 39 della Costituzione.
Non si riesce a capire come faccia una struttura sindacale a presentare una lista
se prima non si fa conoscere dai suoi elettori. Il programma rappresenta la nostra
essenza, la nostra vita. Ripeto: è una palese violazione dei diritti. E in tutto
ciò c'è anche una parziale responsabilità della stampa che spesso oscura le
nostre iniziative».
Elisabetta Rizzo
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