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Gaeta. Musica e Comunicazione. Lucio Dalla: «Oggi il marketing è prevalente. L'Uomo deve riappropriarsi
dei suoi segni, dei suoi valori...»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Lucio Dalla, un artista che non ha bisogno di
presentazioni e che sta dimostrando tutta la sua poliedricità con quest'ultimo lavoro,
la «Tosca», che lo vede sia autore che regista della rivisitazione del classico di Puccini.
Ma, forse pochi lo sanno, oltre a tutto questo Lucio Dalla è anche Docente di Scienze
della Comunicazione all'Università di Urbino, ed è proprio nei panni di docente che noi
vogliamo porgli la fatidica domanda: qual è il futuro della comunicazione?
«Sicuramente quello di continuare ad essere, com'è stato finora, lo specchio dei tempi in
cui opera, ma anche e soprattutto la ragione determinante dei tempi che verranno. L'uomo
ha bisogno sempre di più di comunicare, il problema è che la società dei consumi a sua
volta ha bisogno di essere sempre più invasiva e di comunicare soprattutto da un punto
di vista pubblicitario: e questo rappresenta un boomerang, perché questo tipo di
comunicazione è sì creativo, ma è anche un tranello. Quello che deve fare l'uomo
per difendersi da quest'attacco costante è avere i propri segni autonomi e
difenderli strenuamente».
Lei prima parlava di una comunicazione che tende sempre più verso un simbolismo estremo
(basti pensare allo sviluppo che stanno avendo gli ideogrammi, un linguaggio molto sintetico),
e sostiene appunto che l'uomo debba crearsi i propri segni, e difenderli: ma la musica,
una delle forme di comunicazione che esiste da più tempo, come si inquadra in questo
panorama mutevole?
«La musica è ancora primaria. Certo che adesso i menestrelli sono sempre più
al servizio dell'imperatore; bisogna ogni tanto buttarli giù quest'imperatori, sennò...»
Glauco Di Mambro
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