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Aprilia. Debutta la Stagione di Prosa. Giuseppe Marini porta in scena «Casa di Bambola» di Ibsen: «Una lettura non
convenzionale del testo»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Giuseppe Marini, della Compagnia Parole&Musica che ha
portato in scena, per inaugurare la stagione teatrale apriliana, Casa di Bambola di Ibsen.
«Una rilettura critica, ma non banalmente demolitrice, del celebre capolavoro.
Critica perché tesa a corroderne la superficie naturalista e a disincagliarlo da pregiudizi
culturali, luoghi comuni interpretativi, impalcature ideologiche che su questo testo
si sono depositati dal suo debutto sulle scene.
La leggenda di Nora quale protomartire ed eroina del movimento femminista è ancora oggi
dura a morire. La forte impostazione antirealista si esprime da subito nella rinuncia a
qualsiasi descrittivismo scenografico a favore di un dispositivo scenico altamente
rivelatorio, costituito soltanto da un tappeto bianco e da qualche sedia intorno.
Il famoso salotto borghese si trasforma qui un ring: un luogo dove non si accede
se non per combattere, per farsi a pezzi e dove la virulenza dei conflitti si concretizza
in match dilanianti in cui a turno c'è chi resta a terra. Un luogo dove domina la
legge della giungla: lottare per vivere, o meglio, per sopravvivere e
dove non c'è posto per i sentimenti ma dove, al
contrario, vi si celebra la necessità della loro assenza e il pericolo del loro "ingombro".
Un luogo dove gli attori-personaggi (cinque marionette mosse da imperscrutabili fili,
pupazzi di un'amara commedia dai ruoli rigidamente stabiliti) sono impegnati in un
corpo a corpo di tipo agonistico, restando temporaneamente ai lati del quadrato
quanto esclusi dal
gioco delle parti e non impegnati nel loro round. Un luogo dove la recitazione rinuncia
ai tradizionali e poco rivelatori intimismi psicologici e s'innerva in una vocalità
esasperata, in una febbre dei corpi che evidenzia al meglio la violenza della situazione».
A rafforzare questa metafora, colpi di gong, carichi di tristi presagi, scandiscono lo
svolgersi dell' azione. Luci e musica si tessono nelle maglie e nelle geometrie
drammaturgiche esattissime di Ibsen.
Il testo risulta cosÌ messo in provetta o sotto radice quadrata per meglio fame venir
fuori i rimandi, le concordanze, le rime interne che mettono in discussione il luogo
comune di Ibsen quale autore eminentemente realista, tutto votato a una drammaturgia
civile, condottiero intransigente di battaglie per la liberazìone della donna.
«In Casa di Bambola c'è di più: è tutta una classe, una società, una cultura ad
essere derisa e provocata. Quella classe che, appena nata, mostrava già il volto livido
della propria marcescenza».
Claudio Ruggiero
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