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Minturno. A rischio la Torre del Monte di Scauri. Marcello Caliman: «Faceva parte del sistema di difesa voluto dai duchi spagnoli nel 600»

Un'importante testimonianza del tardo Rinascimento italiano, del territorio minturnese, rischia di perdere molto del suo fascino se non saranno realizzati interventi volti in prima istanza a preservarlo contro atti vandalici che negli ultimi tempi lo hanno interessato. Si tratta della Torre del Monte di Scauri, un rudere che nel suo affascinante aspetto pittoresco ben si connota nel paesaggio costiero dell'omonima baia. Costruita nella seconda metà del XVI secolo, rientrava nel sistema di difesa costiero voluto dai duchi spagnoli che governavano al tempo sul Regno di Napoli, per costituire una catena di difesa passiva ininterrotta lungo tutto il territorio del regno. Nel tratto di costa che va dalla foce del Garigliano fino a Sperlonga è l'unica testimonianza di torre costiera che mantenga ancora vive le tracce di procedimenti costruttivi, in parte oggi scomparsi, oltre a caratterizzare con il suo aspetto ruderizzato e silente il versante minturnese del Parco di Gianola e del Monte di Scauri, fortemente voluto da Italia Nostra che, con la sua istituzione nel febbraio del 1987, riuscì a impedire la mercificazione di un bene, la torre, che si voleva far passare per un fabbricato rurale! In tempi recenti è stato oggetto di un interessante progetto di restauro che mira a salvaguardare il manufatto nelle sue valenze storiche ed architettoniche, tutelando le tracce delle stratificazioni che hanno caratterizzato la torre. Infatti, a seguito di alcuni crolli è venuta alla luce un'altra fabbrica, che si celava dietro la struttura quadrata, di forma tronco conica, probabilmente una precedente torre di avvistamento, di età medievale, intorno alla quale fu costruita la torre cinquecentesca. Queste preziose testimonianze storiche, che valorizzano e nobilitano tutta l'area del Parco (oggi rientrante nel perimetro più ampio del Parco della Riviera di Ulisse, che coinvolge tutto il territorio costiero dal Garigliano fino a Sperlonga, includendo anche il Parco di Monte Orlando e quello delle Grotte di Tiberio), sono oggi oggetto di atti di incivile profanazione.
Italia Nostra oltre a segnalare il grave stato di degrado in cui versa il monumento, auspica che il Comune di Minturno, quale proprietario, e l'Ente Parco, che gestisce il territorio, si prodighino per la salvaguardia del monumento, per il quale la scorsa estate la Regione Lazio ha concesso un finanziamento di 350.000 €, in modo che anche i nostri eredi possano fruire e godere di un bene unico e irripetibile. Proprio per dar maggior valore all'opera di restauro, l'Ente Parco ed il Comune di Minturno si sono avvalsi, per il progetto di conservazione, della collaborazione dell'architetto Cesare Crova, specializzatosi in Restauro dei Monumenti presso l'omonima e prestigiosa Scuola di Specializzazione dell'Università degli Studi di Roma "La Sapienza", (diretta dal prof. Giovanni Carbonara, tra i più importanti esponenti del restauro in Italia), il quale svolge anche attività di ricerca, sempre nel campo del restauro, presso la Facoltà di Architettura della stessa Università. Scrivono da Italia Nostra: «Abbiamo sentito l'architetto Cesare Crova, curatore del progetto di restauro della Torre, il quale ci ha detto "sì, purtroppo a seguito di uno dei sopralluoghi che svolgo periodicamente sul sito, ho constatato che, oltre al degrado dinamico in atto, sono stati prelevati, da ignoti, elementi della struttura circolare della torre. Presi singolarmente non hanno alcuna valenza, ma uniti agli altri costituiscono un'unità architettonica unica, di inestimabile valore storico e culturale. L'architettura è come un mosaico: i singoli pezzi, una volta sciolti dalla concatenazione formale che era stata loro imposta, rimangono inerti e non conservano più alcuna traccia dell'unità in cui erano stati convogliati; come le parole che un poeta raccoglie in un verso e che sciolte da questo tornano a far parte dei gruppi di suoni semantici e nulla più". "C'è stato questo importante finanziamento da parte della Regione Lazio, che finalmente ci permetterà di concretizzare il restauro della torre. È un lavoro che potrebbe diventare, inoltre, un cantiere didattico, con importanti ripercussioni socio-economiche. Qui gli allievi delle scuole interessate alle tematiche della conservazione (Istituti per Geometri, Facoltà di Architettura, Storia dell'Arte, Scuole di Specializzazione in Restauro) potrebbero toccare con mano il restauro dei monumenti. L'importante è che sia svolto da persone esperte e qualificate in questo campo, particolare e molto affascinante"». Italia Nostra attende rassicurazioni dagli Enti pubblici a tal fine preposti.

Mauro Cascio


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