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Roma. Fecondazione assistita. Si è costituito un comitato per un Referendum abrogativo. «Un appello alle forze
sane e pulite del paese»
«Questo è un appello a non lasciare che l'Italia si tenga la legge sulla fecondazione
assistita votata dal Parlamento. Ci sono momenti, e argomenti, nei quali la rappresentanza
eletta non interpreta lo spirito pubblico e la maturità dei rappresentati. Di più: la
legge introduce discriminazioni, combina pasticci, arreca danni, condiziona la libertà
della ricerca, renderà persone e coppie infelici. È una legge fatta male che nasce già
vecchia. Come tutte le leggi di questo genere, sarà aggirata, violata, produrrà fenomeni
di turismo fecondativo, perché basterà andare altrove in Europa per eluderne i divieti.
Noi non ci ribelliamo in nome della laicità dello Stato, ma della modernità e della parità
di trattamento giuridico. Si può essere un paese cattolico e avere una legge migliore
(vedi la Spagna). Rispettiamo il punto di vista dell'etica cattolica, ma siamo certi
che si può rispettarlo senza danneggiare chi non la condivide. Si poteva fare, e non si è
fatto per ragioni politiche.
Ci sono due modi per rammendare questo strappo. Il primo è una nuova legge. Da domani,
parlamentari di tutte e due gli schieramenti hanno il diritto, e il dovere, di proporre
un altro testo, che modifichi quello approvato. Non deve, non può finire qui. Il secondo
modo è un referendum abrogativo. Noi non siamo dei fans dello strumento referendario.
Né ci piacciono le guerre di religione. E però, soprattutto quando si tratta di diritti
soggettivi, e di ingerenza dello Stato in quei diritti (il diritto soggettivo qui in
discussione è il diritto alla cura della sterilità) crediamo che il paese abbia diritto
a un dibattito informato e ampio, per capire, per comprendere e per farsi un'opinione,
cosa che il dibattito parlamentare, così strumentale e confuso, non ha consentito».
«Nel sito www.comitatoperilreferendum.ilriformista.it spieghiamo perché un referendum
abrogativo potrebbe essere
proposto senza lasciare un vuoto legislativo: è cioè possibile abrogare alcune
parti della legge, quelle relative ai divieti più insensati e ingiustificabili,
lasciandone in piedi l'efficacia regolatoria, perché la materia va regolata.
Crediamo dunque giusto invitare i lettori, le forze politiche, le
associazioni culturali, a mobilitarsi per un'iniziativa referendaria».
Mauro Cascio
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