Venerdì 02/05/2025 
Parvapolis
categorie
Home page
Appuntamenti
Cronaca
Cultura
Economia
Politica
Sport


Parvapolis >> Cultura

Latina. Pasqual Chevez, una cittadinanza discutibile. Domenico Cambareri: «Occorreva maggiore rispetto per i valori laici della comunità»

L'avvenuta assegnazione della cittadinanza onoraria al nono successore di Giovanni Bosco (nella foto), Pascual Chávez Villanueva, Rettor Maggiore dei Salesiani, e soprattutto le motivazioni addotte per il conferimento dal Consiglio comunale di Latina richiedono e impongono delle puntualizzazioni. Innanzitutto, perché ai Salesiani sia stata attribuita la cittadinanza onoraria, nella persona del loro Rettor Maggiore, di motivi ce ne sono a iosa, purché essi vengano evidenziati e indicati in maniera corretta e senza ingenerare equivoci, confusioni, infondate identità di natura, ruoli, missioni. Essi sono quelli ripetuti per i tanti lunghi giorni di anni durissimi, gli anni della bonifica prima e del dopoguerra dopo, nello spirito altruistico e nell'abnegazione con cui dei sacerdoti hanno dato il loro contributo morale e materiale, ed anche spirituale e religioso, per quanti vi hanno creduto - e per gli stessi religiosi, per i quali l'ultimo aspetto è quello "ridondante", totalizzante -, alla comunità civile anche senza guardare a quale fede un uomo apparteneva. Essi sono quelli elencati in alcuni passaggi del discorso tenuto dal sindaco della città per l'occasione.
È altresì vero e necessario che anche in occasioni così onorifiche i termini e le aggettivazioni d'encomio devono essere ben misurati e valutati prima di utilizzarli con opportunità e con correttezza. E se il discorso del sindaco ha una certa sobrietà, per quanto con qualche svista (il papa non fu Pio IX: così retrodatiamo tutto all'età del Risorgimento) e con qualche iperbole di troppo e proprio storta: la città e i salesiani un tutt'uno; nell'essere i salesiani il cuore e la "nostra" anima più autentica, così non risulta affatto essere la motivazione ufficiale, che è poi il documento che conta.
In giorni e in mesi in cui si proclama purtroppo a parole il rispetto, l'applicazione rigorosa e la difesa del principio fondamentale della laicità dello Stato, e con esso della laicità civile come condizione irrinunciabile e totalmente condivisa del rispetto delle idee e delle posizioni individuali e di gruppi. Nel momento in cui ancora il papa, anche se non rinuncia a rivendicare le radici cristiane dell'Europa (cristiana: e di quella non cristiana, cristianizzata a forza, o cristiana che non vuole l'interferenza di piani e di ruoli?) per la nascente Europa politica su cui dovrebbe tacere, auspica che non sia lontano il giorno in cui ogni fedele di qualsiasi credo possa essere libero di professare ovunque il suo credo senza limitazioni alla sua libertà, capita proprio qui a Latina un qualcosa di poco verecondo. Pur nella in generale condivisibile scelta del Consiglio comunale di Latina, è motivo di rilevare come esso scrive - e forse pensa - con contenuti e modi inaccettabili e con un rispetto scarso o nullo per la laicità dello Stato. Esso infatti, nella motivazione, parla con incontenibili pulsioni retoriche e sperticate lodi che escono completamente fuori dal seminato di "determinate ruolo di formazione e di evangelizzazione", di "insostituibile contributo educativo" e che "ha identificato" la storia della città con quella dei salesiani. In tal modo si auto-attribuisce, peraltro, compiti che non mi risultano essergli istituzionalmente propri. E se a Latina accade questo, a Roma accade di peggio. Vediamo, anche in televisione, come la terza carica della Repubblica, il Presidente della Camera, come con noncuranza (si fa per dire) si china per baciare la mano ( o l'anello) del pontefice.
Ma è proprio difficile per certi italiani riuscire a tenere una equilibrata, lineare via tra fede bigotta o sdolcinata o accomodante qualunquismo e il puntuale rispetto delle regole fondamentali? E cosa significa per costoro esser laico, soltanto non esser prete o frate? È proprio così difficile dimostrare avveduta e cosciente maturità civile e non involvere in atteggiamenti e modi di agire che risultano culturalmente bacchettoni e retrivi, a meno di non voler inventare un protagonismo retrò di conservatorismo religioso a fini para-ideologici e un esibizionismo dalla buon rendita?

Domenico Cambareri


PocketPC visualization by Panservice