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Latina. Economia: l'importanza di crederci ancora. Luigi Ulgiati: «Abbiamo bisogno di una classe dirigente
matura, attenta e competente»
Tracciare il bilancio di una provincia che ha subito, nel corso del 2003,
chiusure di stabilimenti, numerose mobilità, che vede in crescita il numero
dei disoccupati e di chi trova solo lavori temporanei e precari, è molto
difficile.
A fare il punto della situazione è Luigi Ulgiati, responsabile della UGL
di Latina.
«Quasi tutto il 2003 si è caratterizzato come anno prevalentemente negativo
sul fronte industriale. Tale situazione ha riguardato diffusamente tutti i comparti:
dal tessile al metalmeccanico, dall' agroalimentare al chimico il quale
ha subito, soprattutto dagli ultimi mesi del 2002, un'escalation negativa.
Sembra che i grossi gruppi industriali, presenti sul territorio pontino,
si siano messi d'accordo sul procedere, contemporaneamente, all'apertura di nuove mobilità.
La oramai dimenticata smobilitazione della Goodyear è solo una delle pagine
della crisi del sistema delle multinazionali. L'Alcoa per l'ennesima volta
ha aperto una procedura di mobilità, e ancora, la Slim e l'Aviointeriors.
La Manuli dopo avrer "guadato" il Garigliano, è stata ceduta e ora si chiama
Tyco, ma è un'azienda sempre più in sofferenza e la recente apertura di
procedura di cassa integrazione, speriamo non possa trasformarsi in qualche
cosa di più grave, la Pettinicchio ha aperto la procedura di mobilità per
97 dipendenti, già nel febbraio 2002 fu firmato un accordo grazie al quale
si evitava il licenziamento di circa 30 lavoratori. Caso eclatante quello
del MOF che con la creazione di cooperative ha "scaricato" parte dei suoi
dipendenti. Come reagire a questi segnali inequivocabili di crisi? Il nostro
territorio, da più di 10 anni, non ha i finanziamenti della cassa del mezzogiorno,
ma trattandosi di un territorio ad alta crisi e con un alto tasso di disoccupazione
è necessario che tutte le forze politiche e sociali facciano fronte comune
per cercare di far acquisire a questa provincia dei finanziamenti che invertano
la tendenza, rendendola appetibile verso nuovi investimenti in grado di
creare nuova occupazione. Proprio per questo, è aperta, sin dal '96, una
grande stagione concertativa. Queste le strategie individuate: due patti
territoriali, il patto che interessa l'area Nord punta soprattutto sull'agroindustria
della piana pontina, per l'area sud, oltre all'agroindustria, bisogna dar
spazio al turismo e alla portualità. Non sono state sfruttate le potenzialità
di un territorio geograficamente posizionato in modo strategico e baricentrico
tra Roma e Napoli. È fondamentale, per lo sviluppo di tali benefici, attuare
un corretto assetto viario. La crisi del settore ha favorito la piccola
industria e il terziario, aziende nelle quali il numero degli occupati è
inferiore alle 15 unità e molte si avvalgono di lavoratori con contratti
di collaborazione.
Di che cosa ha bisogno la nostra provincia?
Di una classe dirigente più matura e in grado di comprendere che servono
sinergie tra tutte
le istituzioni, bisogna rimboccandosi le maniche, lasciare da parte gli
interessi personali
e fare in modo che, partendo dalle infrastrutture e dai progetti di rilancio
che dovranno coinvolgere
tutte le menti migliori, si riesca a riqualificare un territorio che, se
ben organizzato, può crescere e dare molte opportunità lavorative».
Elisabetta Rizzo
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