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Latina. Cittadella Giudiziaria, la prima pietra. Giuseppe Valentino: «Ma non parliamo di Latina-capitale. Mi
sembra comunque un po' troppo»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Giuseppe Valentino, sottosegretario
al Ministero della Giustizia, a Latina per il 71° compleanno della città.
Finalmente la posa della prima pietra della cittadella giudiziaria.
Che significato ha? «È una data importante perché è la riprova che si ha
voglia di realizzare cose che vanno oltre il tempo e oltre le idee.
Latina è qui a testimoniare che bisogna guardare con rispetto a ciò che è
stato, senza alcuna damnatio memoriae. Bisogna guardare con ammirazione
ai protagonisti di questo miracolo. In settant'anni Latina è diventata
una città importante, che interloquisce con altre città con ruoli di primo
piano nella economia e nella struttura portante del Paese. Naturalmente
a questa città non poteva mancare una città giudiziaria adeguata.
Così abbiamo trovato le risorse. Ma non basta. Bisogna incrementarle ancora.
Ecco, è indispensabile che un sistema giudiziario importante, come quello di
Latina abbia delle strutture adeguate». Una città proiettata in un'ottica europea,
tra l'altro candidata come "capitale" della Regione Lazio. «Capitale della Regione
Lazio mi sembra decisamente un po' troppo. Ma non fatemi avventurare in
considerazioni. Diciamo piuttosto che Latina è importante. Questo è un fatto
intrinseco che prescinde da ogni qualifica ufficiale, apparente o sostanziale.
Una città che merita la sua cittadella giudiziaria». Abbiamo accennato alla Giustizia,
lei è sottosegretario al Dicastero. Parliamo di Riforma. Quali problemi,
quali difficoltà? «Tanti problemi e tante difficoltà. Ma le Riforme le faremo
perché abbiamo promesso di farle, anche incalzati da un'opinione pubblica che vuole
cambiare le regole di un sistema che appare superato. Ma rispettando scrupolosamente
tutti i principi». Rispettando anche le opinioni e le considerazioni di chi lavora
nel settore... «Certamente. Intendo tutte le realtà immutabili che rappresentano il
cardine della giustizia e il cardine della vita civile».
Elisabetta Rizzo
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