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Latina. Inflazione e povertà. L'Istat: «È ferma ai valori del mese precedente». L'Intesa dei Consumatori: «Basta con i balletti di cifre false»

L'inflazione a dicembre è rimasta ferma ai livelli del mese precedente, e cioè al 2,5%. Lo comunica l'Istat nella sua stima preliminare, precisando che i prezzi su base mensile sono cresciuti dello 0,1%. I dati Istat non confermano quindi le rilevazioni delle città campione, in base alle quali l'inflazione a dicembre era scesa al 2,4%. Il dato reso noto oggi «conferma - spiegano i tecnici dell' Istat - una tendenza al rallentamento dell'inflazione»: il 2,5% registrato in dicembre fa infatti scendere l'inflazione ai livelli di agosto 2002. Al raffreddamento tendenziale dei prezzi al consumo per l'intera collettività ha contribuito in modo determinante la voce comunicazioni, che ha registrato in dicembre una flessione del 4,6%, a fronte del -0,5% registrato su base congiunturale e dovuto «al calo dei prezzi degli apparecchi telefonici - continuano i tecnici dell'Istat - e non ai servizi». Prezzi in frenata anche per i prodotti alimentari e bevande analcoliche, che lo scorso mese hanno segnato un aumento dello 0,2%, registrando su base annua un +3,8%, in calo quindi rispetto al +4,1% di novembre. A contribuire al raffreddamento anche le voci trasporti ed abitazione, acqua, elettricità e combustibili. I trasporti infatti hanno segnato, su base congiunturale, una variazione nulla (+2,2% tendenziale), mentre abitazione, acqua, elettricità e combustibili hanno registrato un +0,1% mensile (2,9% tendenziale). Prezzi fermi su base congiunturale anche per istruzione, alberghi, ristoranti e pubblici esercizi che persò su base tendenziale hanno registrato rispettivamente incrementi dell'1,9 e del 3,6%. In aumento, invece, i prezzi di bevande alcoliche e tabacchi, cresciuti in dicembre del 7,8% rispetto allo stesso mese del 2002 (+1% su novembre 2003).
«La misura è colma. Ogni 10 giorni l'Istat ci regala un balletto di cifre non reali: l'inflazione reale è almeno il doppio, quella percepita è addirittura del 20%». Lo afferma l'Intesa dei Consumatori, commentando le stime provvisorie sull'andamento dei prezzi al consumo in dicembre diffuse oggi dall'Istituto nazionale di Statistica. «Basta con le bugie statistiche - afferma Elio Lannutti dell'Intesa dei Consumatori - Basta sfornare rilevazioni beffarde: non si può più continuare in questo modo. Chi guadagna 2.000 euro al mese non ce la fa più. Il ceto medio si sta impoverendo, la povertà aumenta. L'Intesa dei consumatori si riserva di mettere in campo ulteriori iniziative contro l'Istat perchè bisogna dire basta a questi giochetti: che bisogno c'è di sfornare i dati sui prezzi tre volte al mese. Sarebbe sicuramente meglio una rilevazione seria una volta al mese». Lannutti ha poi ricordato che l'Istat nel 2003 è incorso in due gravi incidenti «che in un altro paese avrebbero portato alla rimozione di Biggeri. Noi però siamo nel paese dei campanelli e nulla è successo».

Rita Bittarelli


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