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Cori. Dalla tragedia alla scena. Fabio Poggiali: «Un modo per ricordare mio fratello, un piccolo Saint-Exupery. Come lui
pilota e scrittore»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Fabio Poggiali.
La storia del fratello è nota alle cronache, e non solo
a quelle locali.
«L'8 agosto 1997, a Cori, un aereo dell'areonautica
militare si è schiantato. Il pilota di quell'aereo
fu condannato in primo grado per omicidio colposo.
L'aereo fu ritrovato solo 24 ore dopo da una famiglia di gitanti.
Alle 21 del giorno prima le ricerche furono interrotte in modo
del tutto arbitrario. Per mio fratello non ci fu nulla da fare.
Da allora, un'odissea giudiziaria piena anche di false testimonianze
e di omertà. Io e la mia famiglia abbiamo lottato per scalfire questo
muro di gomma ed in parte ci siamo riusciti, visto che la Procura
di Roma ha rinviato a giudizio tutti i responsabili del servizio
aereo per interruzione di pubblico servizio».
Ed ora hai messo su uno spettacolo, intitolato "Missione 933 rispondete...
In nome di mio fratello". Al Teatro Due di Roma fino al 10 gennaio.
Una piece divisa in due parti. La prima
che ricostruisce, in scena, quanto è avvenuto quell'8 agosto.
E la seconda in cui scavi nel lato artistico di Maurizio
Poggiali... «Esatto, dopo la denuncia mi sono sentito in dovere
di ricordare mio fratello attraverso le sue poesie, i suoi racconti,
tra l'altro pubblicati da Diagonale. Un'eredità letteraria da
cui traspare, secondo me, un altissimo valore etico, quasi kantiano.
Diceva Pasolini che con la morte poi si opera una sorta di montaggio
delle cose che si è lasciate. Ed è quello che ho cercato di fare io».
Il Sindaco di Roma Walter Veltroni ha dedicato a Maurizio Poggiali
una strada e una scuola. A Cori il Sindaco e il consiglio comunale tutto
hanno dedicato a Maurizio una targa marmorea nella piazza principale
della città.
Claudio Ruggiero
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