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Latina. Corridoio Tirrenico. Romolo Del Balzo: «È difficile in situazioni come questa dire che la ragione sta da una
parte ed una soltanto»
«È indubbiamente difficile affermare che la ragione sta da una parte sola. Il Corridoio
Tirrenico Meridionale previsto dalla Legge Obiettivo, visto come collegamento
longitudinale rispecchia infatti le esigenze della nostra Provincia di riassetto
della rete infrastrutturale al fine di garantire un giusto sviluppo delle realtà presenti
sul territorio. Nella scelta del tracciato è però necessario garantire una trasformazione
sostenibile del territorio, salvaguardando sia le risorse presenti o attivabili e
preservando da rischi cose e persone».
È questo il commento del vicepresidente ed assessore provinciale alla Pianificazione
Urbanistica, Romolo Del Balzo, su quello che è il principale argomento di discussione in
questi giorni: il Corridoio Tirrenico Meridionale vale a dire l'autostrada di nuova
realizzazione con un'estensione di 128 km circa che dall'aeroporto di Fiumicino arriverà
sino a Formia per allacciarsi alla futura Pedemontana.
«Intorno all'urgenza della sua realizzazione sul territorio della Provincia di Latina -
dice Del Balzo - è emersa una difformità di vedute. Da una parte, sembra indubbio
che la qualità delle relazioni impresa - trasporti - territorio nei singoli sistemi
territoriali sia fondamentale affinché le imprese presenti possano sviluppare la propria
capacità competitiva. La crescente mobilità di persone e merci evidenzia una crisi sempre
più accentuata del sistema trasportistico italiano ed in particolare della nostra
provincia che necessita quindi di un ampio adeguamento del sistema infrastrutturale
e del suo collegamento al sistema nazionale/internazionale. In questo senso, il mio
giudizio sarà sempre favorevole ogni qual volta si presenterà l'occasione di garantire
alla nostra provincia una adeguata struttura viaria. Da qui il doveroso riconoscimento
per l'interesse che l'assessore regionale Gargano sta profondendo a favore della
nostra comunità. D'altro canto però non possono essere dimenticate le preoccupazioni
che la realizzazione di questo Corridoio Tirrenico, come di altre nuove infrastrutture,
porti inevitabilmente a trasformare ulteriormente quel poco di paesaggio e di
ambiente che oggi sono rimasti in buone condizioni» .
Del Balzo affronta quindi il punto relativo al Corridoio Tirrenico inserito nella
più ampia problematica dello stato generale della viabilità provinciale. «Come Provincia -
dice - abbiamo ribadito, attraverso il Documento Preliminare di Indirizzi al PTPG ed in
sintonia con gli indirizzi nazionali (Piano Nazionale dei Trasporti) e regionali
(Schema del Piano Territoriale Regionale Generale), la necessità di una radicale
riorganizzazione del sistema dei trasporti provinciale, considerando che il nostro
territorio risulta essere un punto di forza per soddisfare un bacino di utenza di
notevole entità, data la particolare collocazione tra Roma e Napoli. In fase di
programmazione e pianificazione territoriale si sono definite le strategie atte alla
creazione di un sistema integrato a rete composto da assi longitudinali e trasversali
dei diversi vettori, che possa gravitare sui principali nodi di scambio. Il sistema
di strade, ferrovia, aeroporti, porti, interporti, nonché centri di stoccaggio e
distribuzione, dovrà essere in grado di creare sinergie tra i diversi vettori
di trasporto. Solo così si potranno definire le condizioni di agibilità
dell'intera provincia, che da sempre soffre di strozzature infrastrutturali che
riducono le potenzialità di sviluppo.
Oggi il sistema dei collegamenti longitudinali del territorio provinciale è costituito
a nord e fino a Terracina, dai due assi principali, la ex SS n° 148 Pontina e la SS n° 7
Appia, insufficienti a sopportare il volume di traffico. La caratterizzazione del
traffico su tali arterie è legata non solo al pendolarismo giornaliero lavoro/studio
ed alla componente turistica, questa soprattutto nei mesi estivi, ma anche ad una
notevole componente merci, data la non concorrenzialità dei costi del vettore su
ferro ed alla mancanza di intermodalità.
Nel tratto successivo, da Terracina sino al confine provinciale, esistono due
possibilità di percorrenza, l'Appia, che attraversa i centri abitati di Monte San
Biagio, Fondi, Itri, Formia e la marina di Minturno e la Flacca che attraversa la
fascia costiera.
Il piano provinciale indica la necessità di provvedere a nord all'adeguamento della
SS 148 Mediana a strada extraurbana principale da Aprilia fino a Terracina e della
SS 7 Appia a strada extraurbana secondaria. A sud, nel tratto da Terracina sino al
confine provinciale, alla creazione delle varianti all'Appia e alla Flacca per
bypassare i centri abitati, come per esempio la Variante SS. Appia Pedemontana su
Formia e la variante SS. Flacca - Piana S. Agostino per Gaeta; in sostanza l'Appia,
una volta adeguata, dovrà servire come arteria principale e necessaria al collegamento
dei centri strategici come le zone industriali e i nodi logistici (si pensi al MOF,
al porto di Gaeta e al futuro interporto di Minturno), mentre la Flacca dovrà
servire una zona a vocazione turistica lungo il litorale della Piana di S. Agostino,
area da riqualificare per la presenza di forti valori paesistico - naturalistici.
Comunque - conclude il vice presidente Del Balzo - ogni tipo di scelta di trasformazione
del territorio dovrà derivare dall'analisi sia dei problemi esistenti e sia delle risorse
disponibili e/o attivabili, al fine di conseguire obiettivi credibili da raggiungere
con politiche sostenibili e compatibili con i valori ed i livelli di rischio presenti
nel territorio e, per far questo, occorre un'analisi territoriale approfondita e
finalizzata a definire i limiti di trasformabilità del territorio in termini di
usi e carichi insediativi».
Mauro Cascio
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