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Latina. Proibizionismo. Gavino Angius: «Le libertà individuali devono essere garantite sempre. Anche il legislatore ha dei limiti invalicabili»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Gavino Angius, presidente dei Senatori dei Democratici di Sinistra. Anche sul fronte delle non-droghe stiamo vivendo da qualche settimana un confessionalismo proibizionista che spesso veste i paramenti di Alleanza Nazionale Lei cosa ne pensa? «Io sono sempre cauto e prudente su queste politiche. Perché certe dinamiche bisogna capirle bene. Io penso che un distinguo tra droghe pesanti e droghe leggere, o non-droghe come le chiamate voi, vada fatto. Non solo perché c'è una quantità enorme di persone che fa uso di "spinelli". Sostenere che producano gli stessi effetti dell'eroina non è giusto sul piano scientifico ed è sbagliato sia sul piano sociale che sul piano educativo. Sicuramente non condivido questa scelta. Anche perché, anche sul versante più propriamente repressivo e proibizionista, sarà impossibile che le forze dell'ordine riescano sul serio a tenere sotto controllo un fenomeno tanto esteso». Un fenomeno sociale che diventa problema di ordine pubblico? «Esattamente. Se ci fossero motivazioni scientifiche fondate lo capirei. Ma sappiamo che non è così. Vedete, viviamo in un Paese che fa propaganda agli alcolici, adesso al tabacco un po' meno. Anche l'alcool provoca delle alterazioni gravi. Le cellule celebrali vengono irriversibilmente danneggiate da un uso smodato ed eccessivo. Ma nessuno si sogna di dire che non bisogna vendere o produrre il vino. Bisogna essere attenti e prudenti in questo senso». Qual è o quale dovrebbe essere il limite della politica, del legislatore, di fronte alle scelte, alle libertà individuali? «Questa è una domanda molto bella. Le libertà individuali devono essere garantite sempre. Ovviamente si ritiene che il legislatore si muova nell'interesse generale e non in quello individuale. Direi che il limite alla libertà di un individuo è la non intaccabilità di una libertà altrui». Ma la criminalizzazione di un comportamento, quello di un ragazzo che si fa uno spinello, non è una prevericazione dello Stato nell'individuo? «In questo caso secondo il mio parere sì. È una materia molto delicata. E sempre in tema di libertà individuali vi faccio un altro esempio. La legge italiana non considera un reato la prostituzione, considera reato lo sfruttamento della prostituzione. Questo vuol dire che una persona può utilizzare il proprio corpo. Il confine è sottile ma è rilevantissimo per salvaguardare la dignità di una persona». La liberalizzazione, o la legalizzazione come qualcuno precisa, delle droghe, così come viene proposta da radicali e da molti ambienti liberali, è una soluzione buona e possibile? «Un'idea di questo genere è tutt'altro che peregrina. Intanto andrebbe contro l'idea della trasgressione. E poi sottrae il mercato alla malavita».

Elisabetta Rizzo

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