Parvapolis >> Politica
Gaeta. Privatizzazione delle acque. Gallinaro (Legambiente): «Un brutto scivolone per tutte le amministrazioni di centrosinistra coinvolte»
Il voto con cui la conferenza dei sindaci e dei presidenti dell’ATO 4, modificando l’art. 13
della convenzione di cooperazione, ha eliminato il limite posto alla presenza del capitale
privato, aprendo la strada ad un’ Acqualatina in cui i privati hanno la maggioranza delle
quote azionarie, impone una seria riflessione su come il centrosinistra si rapporta al
problema dell’acqua come “bene comune” e come diritto inalienabile del cittadino e
non come una merce da sottomettere alla logica del profitto.
Beniamino Gallinaro: «Come Verdi siamo rimasti sorpresi ed esterrefatti nel vedere che i rappresentanti
dei comuni di centrosinistra presenti nell’assemblea( Formia, Sermoneta, Norma,
Roccasecca dei Volsci) abbiano dato il loro assenso alla modifica di questo articolo,
lasciando il solo comune di Bassiano a votare contro.
Questo voto rappresenta un brutto scivolone per le amministrazioni di centrosinistra
coinvolte.
Vorremmo, a questo punto chiedere, al partito a cui fanno riferimento questi
amministratori, I DS, se abbiano condiviso tale posizione.
Come Verdi porremmo alla coalizione di centrosinistra per le elezioni provinciali
di esprimersi nettamente contro qualsiasi ipotesi di ulteriore privatizzazione del
servizio idrico integrato e di individuare proposte credibile che portino, anzi,
al totale controllo pubblico di Acqualatina.. Sarà per noi una discriminante programmatica..
L’acqua, lo ripetiamo, è un bene sociale. Già oggi Acqualatina è solo formalmente a
maggioranza pubblica. Infatti i reali poteri della società sono nelle mani dell’amministratore
delegato, di nomina privata, e di un comitato esecutivo in cui gli stessi privati, pur
minoritari nel possesso delle quote, sono in maggioranza.
I Partiti del centrosinistra su queste questioni non possono scherzare. Non si possono
fare manifesti contro il Presidente di Acqualatina nonché presidente della provincia e poi
nei fatti avvallarne, con i propri rappresentanti istituzionali, scelte fondamentali.
La gestione dell’acqua è un fatto pubblico, un problema di democrazia. È assurdo quindi
che si debba scoprire solo dopo un mese, grazie alla pubblicazione sulla stampa, quanto
approvato in sede di assemblea ATO 4. I Verdi porranno nelle sedi comunali dove sono
in maggioranza, il problema di discutere preventivamente il mandato che i sindaci o i
loro rappresentanti, devono portare nell’assemblea dell’ATO.
I Verdi invitano i consigli comunali che dovranno approvare le modifiche all’art. 13
a respingerle».
Mauro Cascio
|