Parvapolis >> Cultura
Latina. La crociata contro l'Astrologia in nome del Positivismo. Una lettrice: «L'oggetto della critica è soltanto il bieco inganno commerciale»
«Gentile direttore, ammetto di essere rimasta stupita, una volta di più, di come sia fragile e
difficile la comunicazione chiara di un messaggio.
Dopo aver riletto attentamente la lettera degli astrofili e le sue
considerazioni in merito, mi trovo costretta a ritenere che il senso delle
loro parole sia stato completamente equivocato.
Nessuno nega all'astrologia un ruolo, anche importante, negli ambiti della
filosofia, del patrimonio tradizionale e persino della scienza, perlomeno in
senso storico.
Quella stessa astrologia tradizionale (parola che indica comunque lo studio
degli astri in senso generale e non include la divinazione) è senza dubbio
il seme da cui si sono distaccate le osservazioni astronomiche (la cui
etimologia implica una "legge", uno studio delle cause del moto degli astri
piu' che dei loro effetti sulla vita dell'uomo) che sono alla base
dell'astronomia moderna.
Quanto all'aggettivo "esatta" riferito alla scienza, fra relatività e
probabilismo quantistico, è diventato un attributo pericoloso che anche gli
scienziati usano con parsimonia: concederà però agli astrofili e agli
astronomi che vi sia una netta differenza fra il loro interesse per gli
astri (basato se non su certezze, perlomeno sull'oggettività numerica dei
calcoli) e quello degli astrologi (basato sulla soggettività delle parole,
sulla pura fantasia delle previsioni e purtroppo sul ritorno economico alle
spalle dell'ingenuità altrui).
L'oggetto della critica della lettera in questione è l'astrologia dozzinale:
quella degli oroscopi sulle riviste, nelle trasmissioni televisive, quella
che bombarda i cellulari, la radio e persino i telegiornali e che,
purtroppo, condiziona, fino al plagio, le vite di sin troppe persone.
Quella per la cui soppressione lei stesso si afferma disposto a "raccogliere
firme sotto la pioggia" e contro la quale, quindi, sembra ben disposto a
schierarsi insieme agli astrofili.
Se lei ritiene le preoccupazioni dell'UAI eccessivamente allarmistiche, la
invito a considerare che ben poche persone possono vantare una cultura vasta
come la sua e operare le dovute distinzioni fra un patrimonio culturale da
salvaguardare, ma da considerare puramente speculativo e non divinatorio, e
un bieco inganno commerciale da cui difendersi.
Non vedo alcun intento di crociata in una lettera che richiama i media
all'attenzione per il dilagare di un fenomeno pericoloso tanto piu' quanto
piu' sembra innocuo.
Non vedo una crociata contro gli astrologi come filosofi, sebbene io dubiti
che esista qualche pitagorico ermetico o qualche neoplatonico vivente, ma
trovo un giusto appello a che sia chiara a tutti quella che purtroppo non è
un'evidenza: che le previsioni astrologiche, i quadri astrali e qualsivoglia
altra presunta capacità di determinare il futuro in base agli astri, non
hanno alcun fondamento, né numerico, né filosofico.
Che poi ciascuno sia libero di leggere ciò che crede resta un diritto
inalienabile del lettore, ma che venga spacciata per informazione (e
divulgata per giunta con canali riservati all'informazione, come i
quotidiani e i telegiornali) quella che deve essere definita una lettura di
diporto è a parer mio una pericolosa falla in una già precaria e
discutibile rete di comunicazione».
La ringrazio dell'intervento ma rimango della mia opinione. Il distinguo tra astrologia e ciarlatani
era doveroso. Le confido una cosa: non mi occupo di astrologia.
Ho semplicemente letto negli anni numerosi testi. Senza che ciò voglia
dire nulla. Io ho letto numerosi testi di tutto. Ma tra le righe
della lettera in questione ho notato questa equazione. Astrologia uguale scemenza.
Anzi, uguale fregatura. Perché pseudoscienza. E lei permetterà che uno dica no, prendetevela
con i ciarlatani, ma lasciate perdere l'astrologia. È come criticare il
cattolicesimo per Mamma Ebe. Se lei non mi fa questa fondamentale
distinzione poi mi viene voglia di fare sparire che ne so, la Yates
dalla mia libreria. Qualcuno la dovesse vedere e mi dovesse chiedere
di fargli un oroscopo. Uno poi finisce che si vergogna. Allora l'Uai dica: no ai ciarlatani in tivvù.
E siamo tutti più felici.
Le faccio un esempio. Tutti sappiamo cos'è la qabalah. Una delle pagine
speculative più intense ed importanti della tradizione ebraica, anche
se non sempre vista di buon occhio dall'ortodossia rabbinica.
E tutti conosciamo la sua deviazione popolare e scemotta. Dalla ghematria
(cioè dal ricavare da una parola un numero per fini speculativi e va specificato
che ciò è possibile solo nell'alfabeto dell'ebraico biblico perché il segno che
identifica una lettera è uguale a quello che identifica un numero) è
derivata la cabala napoletana e l'associazione dei sogni ai numeri del lotto.
Ora, se qualcuno si alza e dice: la cabala è una stronzata, lei permetterà
che "qualcun altro" dica: no, quello che voi chiamate stronzata ha poco
e nulla a che vedere con la cabala, che è un'altra cosa. E poco
importa se la maggioranza ritiene la cabala napoletana l'unica vera
cabala. Poco importa se lei in libreria trova testi su cabala e lotto
e farà fatica a trovare il Sepher Yetzirah. Anzi, le do per certo
che lei non troverà in Italia una sola edizione nella nostra lingua
dello Zohar, fatta eccezione per una minuscola selezione pubblicata
da Einaudi. Siamo onesti: mica la verità si fa per alzata di mano.
Ecco, per finire: putiamo il caso che questo "qualcun altro" che ha invitato
a fare attenzione e a non generalizzare, nella vita faccia l'operatore nel mondo
della comunicazione – come forse il mio caso, nel mio piccolo – non ritiene che in fondo in
fondo abbia fatto il suo lavoro?
Comunque, come vede ho pubblicato integralmente il suo intervento,
così stiamo pari. Io ho detto la mia e lei la sua. Mi permetta però una privatissima curiosità: di che segno è?
Mauro Cascio
|