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Latina. Privatizzazione dell'acqua: levata di scudi dal Nuovo Psi. D'Arco: «Nessun coinvolgimento ha preceduto questo orientamento»

Levata di scudi dei socialisti della provincia di Latina contro la trasformazione di “Acqualatina spa”, società a prevalente capitale pubblico, in una società a prevalente capitale privato, per le conseguenze negative che ricadrebbero sugli utenti rispetto ai quali i sindaci, eletti direttamente dai cittadini, finirebbero per non rispondere più in maniera determinante alle esigenze di tutela degli interessi della collettività. A lanciare l’altolà è la segreteria provinciale pontina del Nuovo Psi. Silvio D’Arco, segretario della federazione ritiene che «il presidente dell'amministrazione provinciale e i sindaci abbiano agito, avallando l’ipotesi di trasformazione, in maniera non coerente con quanto dai consigli comunali erano stati già delegati a fare allorquando diedero vita alla società Acqualatina a maggioranza di capitale pubblico». Gli fa eco Antonio Signore, presidente provinciale del partito: «Nessun coinvolgimento delle popolazioni, né delle forze politiche di centrodestra e di centrosinistra, né dei sindacati ha preceduto tale orientamento». Signore aggiunge che «quando, in applicazione della legge regionale del 96, si ricercò con gara il socio privato di Acqualatina, la gara prevedeva un ruolo di minoranza del socio privato» e conclude che «qualsiasi modifica del rapporto tra pubblico e privato non può avvenire a concessione trentennale ormai assegnata». I socialisti del Nuovo Psi, che fanno riferimento a Gianni De Michelis e Bobo Craxi, sono impegnati su tale linea in tutte le istanze istituzionali e sollecitano una riflessione attenta da parte di tutti al fine di «evitare che tra qualche anno i cittadini della provincia di Latina si trovino di fronte a brutte ed amare sorprese».

Mauro Cascio


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