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Latina. Marco Pannella senatore a vita. Benedetto Della Vedova: «Lo hanno proposto perché sanno che probabilmente non accetterebbe mai»

E sulla proposta di nominare Marco Pannella senatore a vita, interviene Benedetto Della Vedova. «Anche stando alla lettera della Costituzione (atteggiamento ormai desueto) credo che gli altissimi meriti acquisiti da Pannella, quantomeno nel campo sociale della vita italiana, siano un riconoscimento radicato tra la maggioranza del popolo italiano come per pochi altri suoi concittadini, non solo uomini politici. E non si tratta, va da sé, di aver rappresentato posizioni, ma di aver condotto molte e spesso vittoriose lotte per modificare in meglio la condizione dei singoli. L’elenco è noto, ma non meno potente: divorzio, aborto, sessualità, obiezione di coscienza, malattia mentale, condizione dei tossicodipendenti ieri o ieri l’altro; speranza di guarigione da terribili malattie, ad esempio, oggi e domani, con Luca Coscioni e l’affermazione della libertà di ricerca scientifica. Per non dire, naturalmente, della capacità di rappresentare in scarsa o nulla compagnia, da cinquant’anni ormai, l’alternativa politica possibile del liberalismo contro le tante anime non liberali che hanno dominato e dominano la politica e la cultura politica italiana: comunista, fascista, solidarista, corporativista, costruttivista, consociativa, statalista, partitocratrica, proibizionista, clericale, giustizialista, e così via. Queste sono le tante buone ragioni per cui, credo, non lo nomineranno, perché troppa differenza ancora balza e balzerebbe agli occhi. (Potrebbero calcolare che «tanto poi rifiuta », ma le risposte di Pannella a ciò che gli si presenta davanti non sono mai prevedibilmente scontate). Consentimi infine, però, di dire che la nomina di Pannella a senatore a vita non sarebbe e non potrebbe essere il modo per sanare quella che qualcuno chiama un’anomalia, cioè l’assenza dal Parlamento italiano dei radicali, dello loro idee e della loro voce sui temi nazionali ed internazionali (assenza di cui tu spesso si sottolinea la pesantezza). Per un partito politico e per il suo leader, gli scranni di Montecitorio o Palazzo Madama non possono essere assegnati dalla giuria di qualità del Quirinale, ma dalla giuria popolare delle elezioni. I radicali debbono e possono tornare nel Parlamento “vincendo” le prossime elezioni politiche. Per questo il partito dovrebbe, concordo con te, percorrere strade nuove o rinnovate. Ma, pur avendo oggi qualche (buona) ragione di dissenso con Pannella, sono convinto che su quelle vie ci dovrà essere innanzitutto Marco. Anche da senatore a vita.

Mauro Cascio


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