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Latina. Proibizionismo. Marco Cappato: «Le forze peggiori del nostro Paese vogliono criminalizzare il comportamento dei cittadini dentro casa»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Marco Cappato, deputato europeo
dei Radicali Italiani. Sono in essere da parte del Governo delle
politiche proibizioniste, avallate anche da parte delle sinistre.
Un modo per intervenire, taumaturgicamente, su uno stato di fatto?
«Una volta si pensava alla dialettica proibizionista-antiproibizionista
come ad una contrapposizione ideologica. Oggi probizionismo vuol dire
definire criminali milioni di persone: i consumatori di hashish, per
esempio. Bisogna superare queste leggi che criminalizzano una parte
così ampia della nostra società». Di fatto viene considerato
"reato" ciò che tuttalpiù il buon senso cataloga come "vizio"
o "peccato"... «È come proibire l'alcool. Come col divorzio proibito
c'è la famiglia di fatto clandestina. Come l'aborto clandestino, che
pone a rischio di morte anche la donna che abortiva. Come in questi
casi, la proibizione delle droghe porta al mercato selvaggio.
La legalizzazione è un tentativo di definizione e contenimento
di questo fenomeno». Spesso di parla di revival proibizionista
all'insegna del moralismo del diritto etico, ma quanto incide
la cultura (o subcultura) cattolica? «I cattolici sono tra i più
scatenati. Papa, preti, tutti quanti. E sono in pessima compagnia.
C'è di tutto. L'estrema destra. L'attuale classe dirigente. L'alternativa
liberale è l'unica vera strada per cambiare le cose. Qui più
che rischio di revival mi sembra ci sia il rischio che le cose continuino
così». Queste scorciatoie autoritarie rischiano secondo lei di
trasformare un problema che al più sarebbe di ordine sanitario,
(là dove fossero scientificamente provati gli effetti dannosi
sulla salute delle "non droghe", come gli spinelli) in un
problema di ordine pubblico?
«È la realtà dei fatti. Essere arrestati per una canna è un problema
che vive sulla pelle di milioni di persone, ancor prima di essere un
tema antiproibizionista o una questione sociale». E le narcomafie
ringraziano... «Certo. Narcomafia e politica proibizionista vanno
a braccetto. A volte lo sanno, a volte no. Cambia poco». Un'ultima
domanda: che cos'è per lei la libertà individuale? «La definizione
classica, che ci hanno insegnato da piccoli e che ripetono i manuali
di filosofia politica è quello spazio in cui le nostre scelte e le nostre
azioni non vanno a diminuire la libertà altrui. Evidentemente chi vuole
scatenare forze di polizia per ricondurre alla presunta "normalità" il
comportamento privato di milioni di persone nelle loro case, o nelle
discoteche, non ne se rende conto».
Elisabetta Rizzo
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