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Latina. Le ali allo sviluppo: troppe questioni irrisolte. Francesco Parisi (Sinistra ecologista): «Bisogna conciliare l'economia con l'ambiente»

La Sinistra Ecologista si fa interprete dei bisogni dei cittadini della provincia di Latina del diritto ad avere un territorio bello, salubre e sicuro. «Purtroppo attualmente le cose non stanno così», dice il coordinatore Francesco Parisi. «Per acquisirne consapevolezza è sufficiente sfogliare la stampa locale dell’ultimo anno e farne una piccola sintesi. E così salta all’evidenza il quadro dei guasti a cui in nostro territorio è stato assoggettato.
La viabilità della provincia è situata ai primi posti nelle graduatorie degli incidenti mortali della nazione (vedi la Pontina e la Flacca), attraversa i centri urbani determinando inquinamento superficiale e dell’aria e disturbo causato dal rumore indotto dal traffico diurno e notturno. La soluzione di questo problema mediante adeguati interventi di adeguamento della rete nonché di messa in sicurezza dalle polveri e dal rumore mediante interventi naturalistici con posa a dimora di siepi ed essenze arboree.
La presenza di siti industriali dimessi distribuiti nei vari centri della provincia. Questi sono fonti di serie preoccupazioni per la probabile presenza di rifiuti tossici abbandonati. La bonifica dei siti e la conseguente messa in sicurezza finalizzata anche al recupero di questi alle infrastrutture e quindi all’economia pontina nel suo insieme. Ciò può fare da innesco ad un rilancio del nostro sistema produttivo che dovrà confrontarsi con altre aree nazionali ben più integrate con servizi e infrastrutture.
La crisi idrica ha visto gli amministratori del tutto impreparati ad affrontarla né ci risulta che sia servita da presa di coscienza del problema. Il consorzio di bonifica ha dovuto contingentare le irrigazioni. Queste episodi ormai sono endemici e necessitano soluzioni che consentano un’uso più razionale della risorsa idrica nonché la realizzazione di bacini per l’accumulo di acqua ad uso irriguo. Inoltre, con la crisi idrica la qualità dell’acqua peggiora in quanto si altera il rapporto tra questa e gli inquinanti per cui i corsi d’acqua diventano veri collettori di veleni a cielo aperto. La tutela delle sorgenti e delle acque pubbliche deve garantirne la disponibilita’ per tutti. La mancanza di disponibilità di acqua potabile per l’alimentazione umana e l’inquinamento delle falde e/o delle condotte ha di fatto compromesso in molte zone della nostra provincia la qualità della vita dei cittadini di Terracina, S.Felice Circeo, Pontinia, Spigno Saturnia, Formia, Fondi, Cisterna, ecc. mettendo a rischio la loro salute costringendo, tra l’altro, per non ammalarsi, ad approvvigionarsi di acqua minerale, con un’esborso di danaro non previsto, e correndo comunque rischi per la salute poiché l’acqua minerale, per definizione, non è potabile tout-court. La bassa qualità delle acque pubbliche, canali di bonifica, fiumi e mare ha determinato gravi danni in agricoltura e ha messo in crisi il sistema turistico marino. Sono scesi in piazza anche i gestori degli stabilimenti balneari del sud che hanno visto compromesse le loro attività stagionali per la presenza di mucillaggini e di inquinamenti da scarichi urbani ed industriali. L’ARPA ha denunciato più volte il “soffocamento” dei canali da parte degli scarichi civili ed industriali. L’identificazione delle fonti di inquinamento ed un controllo continuo sulla qualità dell’acqua potrebbe risolvere sia i problemi legati alla salute dei cittadini, che subiscono sulla loro pelle l’aggressione dell’inquinamento, che rendere appetibili, sotto il profilo del turismo, le nostre coste ed i prodotti della nostra agricoltura.
La centrale atomica del Garigliano seguita a produrre effetti nefasti nel sud della provincia mentre quella di Borgo Sabotino non trova ancora una destinazione compatibile con le esigenze della zona che è di grande valore turistico ed ambientale. Al riguardo esisteva un progetto di Rubbia, premio nobel, per un insediamento di un’impianto per la produzione di energia utilizzando la radiazione solare.
La questione dei rifiuti. Viviamo da sempre in uno stato di emergenza. Siamo ai livelli più bassi della nazione sulla percentuale della raccolta differenziata. Si continua a non definire un piano provinciale dei rifiuti. Atteggiamento questo che di fatto ha visto commissariale la provincia da parte della Regione Lazio. Conseguentemente la problematica non viene affrontata seriamente e disattendendo il decreto Ronchi per la questione della raccolta differenziata, le nostre città vengono di fatto penalizzate pagando così con l’aumento delle tariffe per lo smaltimento e con il degrado per l’ambiente causato dall’impiego delle discariche che sottraggono suolo. La viabilità pontina, tra l’altro assiste ad un via vai di camion provenienti da tutti i centri avente destinazione Borgo Montello. Chi paga questi costi? Necessita al piu’ presto un razionale piano provinciale dei rifiuti. Ciò consentirebbe di avviare la raccolta differenziata risparmiando così sui trasporti. Molti materiali si potrebbero recuperare e non gettare in discarica, l’ambiente se ne avvantaggierebbe e i costi di smaltimento si potrebbero risparmiare. Non ultimo si potrebbe avviare il recupero della zona dell’Astura che oggi ospita la discarica.
Prevenzione delle calamità. In sintesi è sufficiente denunciare che in due mesi di quest’anno sono andati a fuoco in provincia di Latina 2.200 ettari equivalenti al 55% di tutti gli incendi del Lazio. Là dove si è fatta prevenzione vigilando i risultati sono stati “sorprendenti”, così dichiara Attilio Novelli, comandante della Polizia Provinciale. In una zona dei Monti Lepini dove è stata fatta la vigilanza, non si sono verificati incendi di sorta. Questo significa che vanno individuate ed impegnate le risorse, anche umane cui corrisponderanno definitivi posti di lavoro, per avviare quel processo di prevenzione delle calamità sia di natura dolosa che altro.
Sulla valorizzazione dell’ambiente, rispetto alla destra che amministra il territorio abbiamo diverse concezioni. Per prima cosa riteniamo che l’ambiente abbia valore quando è ben conservato nella sua integrità biologica. Ossia, quando le specie che lo abitano vivano in esso conservando l’equilibrio naturale che ha permesso loro di giungere fino a noi. L’Amministrazione provinciale nel suo PTPG ha di fatto eliminato le fasce di rispetto dei parchi che insistono nella provincia riducendo di fatto i Parchi Nazionali a parchi urbani soggetti a forti aggressioni antropiche senza che queste siano mediate da necessarie ed indispensabili zone cuscinetto che fungano da ammortizzatori naturali per la salvaguardia della biodiversità presente nei parchi. La Regione in questi giorni, con il decreto di istituzione del Parco del Circeo ha tenuto conto della disciplina del PTP che le ha istituite. Bisognerà seguirne gli sviluppi. Ci addolora il fatto che in sede di approvazione del PTPG l’opposizione DS non abbia rivendicato con forza la tutela e l’integrità dei parchi ed abbia votato con la maggioranza le linee programmatiche del piano. In sintesi vogliamo che il territorio della provincia venga ben amministrato e che cessi Il degrado e l’inquinamento sia dell’aria che dell’acqua. Che cessi l’aggressione verso che lo rende inadatto ad essere abitato dall’uomo e dalle altre specie viventi. Per ottenere i risultati che ci auspichiamo è necessario convertire l’economia del distretto provinciale in modo che vengano avviati investimenti per la tutela e la conservazione dell’ambiente la catalogazione e la conoscenza delle specie che lo abitano, la sorveglianza e avviando un turismo ambientale che è in notevole sviluppo in tutta Italia. La soluzione ai problemi sopra richiamati può creare moltissimi posti di lavoro. Per sempre. Non soggetti a logiche di mercato perché legati intimamente alla vita della nostra provincia».

Mauro Cascio


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