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Latina. Achille Campagna. Un ricordo affettuoso di chi lo conobbe, tra progettualità, passione e polemiche con un noto quotidiano della città
La notizia dell'improvvisa scomparsa di Achille Campagna mi ha molto
rattristato. Ho avuto occasione di collaborare con lui insieme ai colleghi
della Mediaschool, cooperativa di giornalisti che ha realizzato con la
Provincia di Latina, nella fattispecie con l'Assessorato alla Pubblica
Istruzione da lui rappresentato, un progetto per un corso di scrittura
giornalistica destinato agli allievi degli istituti superiori. Erano
progetti che - da anni - realizzavamo in numerosi istituti della Provincia
di Roma e che offrivamo alle diverse amministrazioni. In quell'occasione i
colleghi affidarono a me il capoluogo pontino.
Chiamai Campagna la prima volta nel luglio del 2001 e in due parole gli
prospettati il progetto. Lui, in maniera molto diretta, mi rispose: "Ma lo
sa che stavo pensando proprio a qualcosa del genere? Quando ci possiamo
incontrare?"
Trovai in lui un uomo dalla mentalità aperta e pratica, lontano dalla solita
burocrazia amministrativa. Una persona che voleva realizzare i progetti che
riteneva utili per i ragazzi, che potevano interessarli e farli crescere
nella loro conoscenza della vita e della società che li circonda.
Nel corso degli incontri successivi, necessari per la definizione del
progetto, incontrai sempre una persona pronta a sposare le diverse esigenze
comunicative con l'insegnamento e la massimizzazione del risultato. Un
entusiasta. Sempre. In tutto quello che faceva, metteva tutto se stesso.
Fino alla fine.
Giungemmo alla definizione del progetto denominato "Campus Informazione":
decine di ore di corso destinate ai rappresentanti della Consulta
Studentesca degli istituti della Provincia di Latina e finalizzato alla
realizzazione del settimanale on-line omonimo, sul quale i ragazzi hanno
potuto scrivere e portare avanti le loro pratiche esperienze redazionali.
La firma del protocollo d'intesa fu posta nel gennaio del 2002 ed il corso
iniziò poche settimane dopo. Fu presentato alla stampa con una conferenza
tenutasi nel suo assessorato. Il giorno dopo, su un quotidiano di Latina
apparve - accanto alla cronaca della conferenza stampa - un commento un po'
"polemico". "Sono polemiche politiche..." mi disse. In realtà, dal tono
della voce, avevo capito che ne soffriva, per il suo impegno in favore degli
studenti.
Lo incontrai diverse altre volte, naturalmente. L'ultima fu a fine
settembre, la domenica mattina del black-out, quando l'Italia si è
"svegliata al buio". Avevo "dormito" (bhé, mica poi tanto...) al mare e
rientravo un po' stravolto in città. Avevo bisogno di qualcosa di forte e
speravo che, in quel grande bar, proprio davanti al Liceo Scientifico G. B.
Grassi, avessero un po' di elettricità per farmi un cappuccino doppio (anche
triplo). Lo incontrai sulla porta del bar. Sempre di corsa, sempre impegnato
a seguire mille cose. Buttai lì l'idea per un corso specifico per il suo
liceo. "E' ancora un po' presto, siamo appena a settembre - mi disse -
vediamoci tra un mesetto". Le cose della vita non ci portarono poi però a
incontrarci nuovamente.
Resta in me l'insegnamento di un uomo schietto, sincero, diretto,
determinato, che rispettava le esigenze degli studenti, ascoltandoli e
valorizzando le loro istanze, che vedeva in loro le future leve della
società, il tessuto stesso di Latina tra dieci-venti anni; di un preside che
faceva il possibile per interessarli diversificando le esperienze
didattiche, dandogli fiducia (una cosa necessaria per la crescita
dell'individuo) per far progredire se stessi e gli altri, conscio che nel
mondo del terzo millennio i ragazzi devono avere la possibilità di allargare
la loro mente fin da subito. Di un preside che apriva la scuola
all'esterno, al territorio, non solo provinciale, cercando di conciliare le
restrizioni burocratiche e di budget di cui soffre spesso l'amministrazione
scolastica italiana. Tutto questo nel quadro della nuova autonomia
scolastica e nel rispetto dei programmi ministeriali.
I corsi di giornalismo nascevano - e nascono - cosi: dalla tipologia
"Articolo di giornale" che i ragazzi possono scegliere come scritto di
italiano all'esame di maturità, alla necessità di dare nuovi "skills" (ok,
scusate, devo scrivere in italiano, cambiamolo con il termine "capacità")
agli studenti che vogliano portare avanti un giornale di istituto. Non
ultima, ovviamente, l'esigenza di immergere i ragazzi nella società in cui
vivono e fargliela comprendere attraverso la capacità di lettura dei
quotidiani.
Ora Latina - e la sua popolazione studentesca - sono un po' più sole. Ma in
loro resteranno sempre i suoi insegnamenti. Alla sua famiglia, inclusa
quella grande, che comprende i mille e più allievi del G. B. Grassi, nonché
alla Provincia di Latina che Campagna ha così autorevolmente rappresentato,
va il più sentito cordoglio, mio, della Mediaschool e di ParvapoliS.
Andrea Apruzzese
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