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Latina. Martiri delle Foibe. Francesco Storace: «Un revisionismo che tende a negare la verità è esattamente il contrario di ciò di cui c'è bisogno»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Francesco Storace, "governatore" della Regione Lazio.
L'altro ieri l'anniversario della Repubblica Romana, in cui per la prima
voltà si respirò un'aria di laicismo, democrazia e libertà nella Roma settaria
dei Papi. La settimana prossima l'anniversario del rogo di Giordano Bruno, come
importante momento per tornare a parlare di valori, quali la tolleranza e il libero pensiero.
Ieri, il ricordo per i Martiri delle Foibe. Il ricordo sempre e comunque
per creare l'identità della nostra nazione. Che importanza attribuire alla memoria condivisa?
«È un fattore unificante per l'Italia. Ricordare lo sterminio di tanti italiani
assassinati perché italiani. E riuscire in questo a trovare la solidarietà,
anche del Capo dello Stato. Lo considero un fatto di straordinaria importanza.
Abbiamo fatto un grande passo in avanti per uscire dalle tragedie del dopoguerra.
Anche il presidente della Camera ha voluto apprezzare questa iniziativa. Insomma,
tutte le istituzioni della Repubblica». Fino ad oggi quindi le Foibe hanno rappresentato
solo il dolore di pochi? «Sicuramente è stata una pagina negata dai libri di storia.
C'è ancora gente che non sa cosa è avvenuto in quei crateri che arrivavano alle
viscere della terra. Penso si possa aprire uno squarcio di verità nella storia
raccontata nei nostri libri». Lei pensa in questo contesto che bisognerebbe
rivalutare il revisionismo storico? «Un revisionismo che tende a negare la verità
è esattamente il contrario di ciò di cui c'è bisogno».
Elisabetta Rizzo
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