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Latina. Darwin Day. Il 12 febbraio del 1809 nacque lo scienziato che mise in crisi le credenze creazioniste della chiesa. Ma che non fu mai ateo
Il 12 febbraio di 195 anni fa nasceva a Shrewsbury Charles Darwin.
Nipote di un naturalista, Erasmo, Darwin incarnò il ruolo dello scienziato
completamente immerso nelle sue ricerche.
Fu nel corso di un viaggio sul Beagle e negli anni immediatamente successivi che
Darwin, sulla base delle osservazioni compiute, giunse alla conclusione che le specie
si modificano gradualmente.
"L'origine della specie" è un titolo del 1859. Il libro ebbe un successo fulmineo
e la prima edizione, tirata in mille copie, si esaurì il primo giorno di vendita.
Gli anni precedenti erano stati dedicati all'elaborazione della teoria dell'evoluzione,
con un intenso lavoro di riflessioni e osservazioni. Particolare rilievo ebbe l'attività
di raccolta di dati, tesa alla documentazione dei diversi aspetti della teoria, quali
la distribuzione geografica delle specie, le leggi della variazione, la divergenza
dei caratteri, l'estinzione delle specie meno adatte, e così via. Darwin dedicò otto
anni al lavoro sistematico ai cirripedi, una classe di organismi ancora poco studiata;
realizzò anche un allevamento di colombi, con razze provenienti da diverse parti del
mondo, per studiarne somiglianze e differenze e condurre esperimenti di selezione artificiale.
L'accettazione della teoria dell'evoluzione aveva infatti posto un problema: se le specie
non sono state create così come le conosciamo da un Creatore divino (l'ipotesi creazionista
così tanto cara alle religioni in particolare e al cattolicesimo in particolare) come spiegare
il loro adattamento all'ambiente in cui vivono, che a volte è veramente mirabile? La soluzione
venne dall'analogia tra la selezione operata dall'uomo per migliorare le razze domestiche
e quella che avviene in natura. La lettura del «Saggio sul principio di popolazione» di
Thomas Robert Maltus gli suggerì il meccanismo attraverso cui la selezione agisce
in natura: la lotta per la sopravvivenza.
Dopo il 1859 seguiranno anni di discussioni accanite e decise prese di posizione, con una
sostanziale accettazione, nell'ambito scientifico, dell'idea di evoluzione; mentre maggiori
resistenze incontrò il concetto di "selezione naturale". Molto più decisa fu
l'opposizione degli ambienti religiosi, che restavano ingenuamente legati all'interpretazione
letterale della Bibbia. Ancora oggi Darwin rappresenta uno dei capitoli del progressivo
distacco del cattolicesimo, come sistema di credenze e superstizione, e il mondo scientifico
e filosofico.
Darwin non si limitò a fornire innumerevoli prove dell'evoluzione come principio coordinante
della storia della vita e a sviluppare la teoria della selezione naturale, ma diede
contributi altrettanto importanti con i concetti di evoluzione ramificata, che implica
la discendenza da un'origine comune di tutte le specie viventi, e di evoluzione graduale,
contrapposta a quella a salti (il cosiddetto mutazionismo).
In seguito Darwin affrontò anche il tema dell'origine dell'uomo: in «La discendenza dell'uomo» (1871)
formulò la concezione naturalistica dell'uomo e illustrò il principio di continuità
con gli animali. Si chiese anche quale fosse il valore da attribuire alle razze umane
e giunse alla conclusione della discendenza da un unico ceppo comune, con successiva
diversificazione: da qui l'introduzione del concetto di popolazione, che rende conto
della variazione delle caratteristiche umane.
L'autore de «L'Origine delle specie» si preoccupò di elaborare una metodologia per la
scienza della vita, che non può essere ridotta alle leggi della chimica e della fisica;
egli può essere considerato il fondatore di un nuovo ramo della filosofia della scienza,
la filosofia della biologia, che ha avuto una profonda influenza nello sviluppo del
metodo scientifico in diverse discipline come la biologia evoluzionistica, la paleontologia,
la geologia e la cosmologia.
Darwin oggi è un po' assunto come uno dei simboli del pensiero liberale, laico. E viene
usato, qualche volta strumentalmente, come arma contro una chiesa cattolica che non ha più oggi
alcuna legittimità metafisica né tantomeno scientifica. Eppure, va precisato per onestà
intellettuale, che il buon Charles volle essere esclusivamente uno scienziato, come accennavamo
in apertura. Solo raramente e, si direbbe, mal volentieri, egli si decise ad esprimere le
sue convinzioni filosofiche e religiose; e sempre in linea privata, in lettere personali
non destinate alla stampa. Tali convinzioni tuttavia gli furono ispirate dalla sua dottrina
della discendenza inferiore dell'uomo, discendenza che non può autorizzare una grande fiducia
nella capacità dell'uomo stesso a risolvere certi grandi problemi. «Io mi domando» - scriveva
in una lettera - «se le condizioni dell'uomo, che si è sviluppato dallo spirito di animali di
ordine inferiore, hanno qualche valore e se si può avere in essere qualche fiducia. Chi potrebbe
fare affidamento sulle convinzioni dello spirito di una scimmia, se esistono convinzioni
in uno spirito simile?». In un'altra lettera del 1879 così egli si esprime:
«Quali che possano essere le mie convinzioni sull'argomento, esse non possono avere importanza
che per me solo. Ma poiché me lo domandate, posso assicurarvi che il mio giudizio subisce
spesso fluttuazioni... Nelle mie più grandi oscillazioni, non sono mai arrivato all'ateismo
vero e proprio, quello inteso nel vero senso della parola, cioè a negare l'esistenza di Dio.
Io penso che in generale (e soprattutto a misura che invecchio) la descrizione più esatta
del mio stato di spirito è quella dell'agnostico».
Il termine "agnosticismo" era stato creato nel 1869 dal naturalista Thomas Huxley.
«Il termine mi venne in mente come antitesi dello "gnostico" della storia della chiesa
che pretendeva di saperla lunga sulle cose che io ignoravo». Esso implica insomma
un riferimento a quella inconcepibilità dell'Assoluto e dell'Infinito sul quale
avevano insistito Hamilton e Mansel. Un riferimento meno esplicito in Darwin
per il quale significava semplicemente l'impossibilità di trovare nel dominio
della scienza conferme o smentite decisive delle credenze religiose tradizionali.
In occasione del Darwin Day del grande scienziato si parlerà oggi pomeriggio alla Libreria
Feltrinelli di via del Babuino a Roma, in un incontro curato dall'Uaar. Interverranno
il fisico Carlo Bernardini e Gilberto Corbellino, docente di storia della medicina e bioetica
all’Università "La Sapienza" di Roma.
Mauro Cascio
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