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Latina. Il Poeta esule. Ferdinando Parisella: «Ve li racconto io quegli anni». E su Cesare Battisti: «Un assassino resta un assassino...»

...e vabbè, allora ve la racconto. Aprile 1973. 17 anni da compiere il mese dopo. Tornavo a casa in via Isonzo in bicicletta, allora si usava, dal G.B. Grassi, ospedale vecchio. Entro in casa, telegiornale, mio padre volto terreo. Mamma e le tre sorelle in silenzio. Le immagini di Stefano e Virgilio Mattei arsi vivi al balcone della loro casa di Primavalle. Via subito di casa. Via Pio VI sede del MSI. Gente, sempre tanta gente, dopo. Verso sera l'atmosfera si scalda un po'. Ma finisce lì. E a scuola? Se non era per noi studenti... i professori zitti, muti, per loro non ne valeva la pena. La mia vita era già da tempo ogni giorno volantinaggi, la notte manifesti, assemblee, riunioni, cortei, tazebao, murales. Così si viveva. Politica, vita per me. Eppoi i camerati di Roma. Della Balduina e non solo, un collegamento continuo che tanti a Latina hanno conosciuto. Viscerale, politica viscerale. Scontri a Roma, piccole baruffe a Latina. Occupazioni, fatte da noi. Comunque confronto tra giovani. E a via Oberdan aprimmo il Circolo Culturale Adriano Romualdi. Conferenze, presentazioni di libri, manifestazioni. In tutta Italia "cose di sinistra", a Latina le facevamo noi. Ma la situazione a livello nazionale era complessa, non quadrava. Nel febbraio 1975 inizia il processo per la strage di Primavalle. Piazzale Clodio. Noi una cinquantina, loro circa cento. Il 28 febbraio verso l'una a Via Ottaviano sede del MSI, viene ucciso Mikis Mantakas. E l'omicida Alvaro Loiacono era presente, da noi fotografato, poco prima al processo. Un suo complice, Panzieri, verrà arrestato. Ma tutta la sinistra, compresa l'intellighentia chic, si batterà per la sua libertà. E Loiacono continuerà nelle Brigate Rosse. Continuo? A maggio Sergio Ramelli. Oggi sanno tutti come è andata. Ottobre, sezione MSI Prenestino Mario Zicchieri 17 anni ucciso con un fucile a canne mozze. I pentiti rossi diranno che era una prova di fuoco. Ma noi con i nostri entusiasmi apriamo il Circolo Culturale Satrico e ci inventiamo il Primo Campo Hobbit a Benevento nel '77 a cui seguirà a settembre a Borgo Bainsizza il Programma Domani. Ma a Natale viene ucciso Pistolesi. E il 7 gennaio 1978 via Acca Larenzia sez. MSI uccisi Bigonzetti, Ciavatta e da un capitano dei Carabinieri Stefano Recchioni. In quegli anni ho visto tutto, ho partecipato a tutto. Il 14 gennaio notte attacco gli ultimi manifesti e il giorno dopo parto militare. Militare sì, per obbligo. Ma la militanza politica non si ferma. Anno successivo, viene vietato il primo "presente" a via Acca Larenzia. E allora via in un altro quartiere popolare. Io, figlio di farmacista corro, Alberto Giaquinto, figlio di farmacista come me, corre vicino a me. Poi cade, ucciso da un agente. Sembra non finire mai. Altri morti... fino a Paolo Di Nella, ucciso in viale Libia, mentre attacca manifesti contro la costruzione a Roma della più grande moschea in occidente.
Hai capito Antò, Antonio Pennacchi dico, tu hai vissuto e scritto l'epoca degli sganassoni. Io no. Volevo solo fare politica. E mi sono trovato in mezzo alle pallottole. Ora, solo ora se ne parla. Lo riconosce la sinistra, lo fa Berlusconi, il Corriere della Sera. Lo fanno tutti. O quasi. Mi sta bene. Una pagina di sangue legata alla violenza partigiana del dopoguerra. Una pagina vigliacca. Il filo rosso della vigliaccheria. Mai a viso aperto. E allora in memoria di quei ragazzi, anche di sinistra, bisogna dire basta ed essere chiari. Gli assassini sono assassini. E vanno in galera. Anche se per tanti di quei morti la giustizia non arriverà mai. E se qualcuno di questi scrive bene? Deve avere il coraggio di affrontare la galera e il giudizio della storia. Ha già vissuto protetto e libero oltre vent'anni. C'è chi ha ucciso e chi come me voleva solo fare politica. E l'ho fatta. E ora che la destra governa, grazie anche al contributo di tanti come me che non hanno mollato mai, vorrei che queste cose le dicessero loro in Parlamento, non solo il Corriere della Sera. Altro che "La meglio gioventù". Ma meglio de chè! E Battisti? A Latina in quegli anni mai visto! Capito? Mai. Ho scritto solo alcune cose di quel periodo. E sento lo stesso affanno, lo stesso brivido di allora. Mai più morti così, mai più.

Mauro Cascio


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