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Latina. Fini fatti una canna. L'antiproibizionismo scende in piazza contro la morale imposta. «Giusto o sbagliato, non può essere reato»

«Giusto o sbagliato, non può essere reato». Sarà questo lo slogan che accompagnerà la manifestazione liberale contro la legge Fini sulla droga che si terrà oggi a Roma. Secondo gli organizzatori, che hanno presentato nei giorni scorsi l'evento, la legge che il governo si prepara ad approvare è "demenziale, integralista e proibizionista", con una visione "farmaceutica" del diritto in cui a prevalere non è la libertà di scegliersi il proprio destino, ma "il disprezzo e la paura della libertà" stessa. Cgil, Cobas, mondo liberale e radicale, associazioni e centri sociali di tutta Italia, operatori pubblici e privati impegnati nel mondo della droga, oltre a 120 assessori e consiglieri di enti locali, si trovano d'accordo nel ritenere che con la legge Fini si trasformeranno in un solo colpo centinaia di migliaia di consumatori di droghe in spacciatori e rendendo ingestibile la situazione carceraria già a livelli critici. Hanno già comunicato la loro partecipazione alcuni personaggi dello spettacolo: da Vasco Rossi agli Almanegretta, dagli Articolo 31 a Marco Paolini. E ancora Neffa, Subsonica, Giobbe Covatta, Tiro Mancino, Daniele Luttazzi, Bandabardò.
Daniele Capezzone, segretario nazionale dei Radicali Italiani è tornato sulla necessità di distinguere reato e peccato, di garantire sacrosante libertà individuali, oggi sempre più minacciate da ondate moralistiche dettate da credenze religiose che pretendono di essere scienza. Franco Corleone, dei Verdi, ha ribadito che quella che si apre con la manifestazione di oggi è "una battaglia di difesa della libera scelta personale, una battaglia di libertà", in un paese dove sono almeno 4 i milioni di persone che consumano marijuana. Per Corleone quello proposto da Fini è "un decreto antiscientifico, che abolisce la distinzione tra droghe leggere e pesanti, gettando in un unico calderone tutte le sostanze, alimentando la propaganda terroristica e cancellando con un colpo di spugna anni di ricerca e sperimentazioni nel settore della riduzione del danno".

Mauro Cascio


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