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Roma. Dante Aligheri. Alejandro Patat: «Un corso di formazione per l'uso della lingua italiana nell'ambito della comunicazione di massa»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Alejandro Patat, coordinatore dei corsi di
formazione della Società "Dante Alighieri". In cosa consiste il progetto che state portando
avanti in questi giorni qui a Roma?
«È un'iniziativa nuova quella che abbiamo attivato: si tratta di un corso di formazione
che punta a fornire strumenti metodologici ai docenti che operano nelle nostre sedi sparse
in tutto il mondo (anche in Italia), con un occhio particolare allo studio della lingua
italiana nei mass media».
Per fare questo vi state avvalendo della collaborazione di figure di primo piano
all'interno del panorama mediale italiano, dei veri "professionisti" della comunicazione:
è una scelta didattica?
«I nostri corsi non vogliono essere solo un laboratorio di tipo metodologico, ma hanno
l'ambizione di riflettere e dibattere sulla cultura italiana oggi. Ed è proprio per questo
che è fondamentale la presenza di esperti del campo e di addetti ai lavori: non solo
per quanto riguarda il mondo dell'informazione. Adesso il focus è su questo ambito,
ma precedentemente abbiamo operato alla stessa maniera con la storia dell'arte e con
la letteratura».
Un impegno a tutto campo, quindi: in cosa consiste l'attività della "Dante Alighieri" nel mondo?
«Premetto che io mi occupo di formazione, mentre le attività della "Dante Alighieri"
abbracciano diversi ambiti in maniera molto più complessa. L'istituzione è nata
comunque alla fine dell'800, ed aveva come obiettivo primario quello di diffondere la
cultura e la lingua italiana nel mondo. Il suo funzionamento si basa su un principio
di volontariato, anche se ha un finanziamento statale. Ogni sede all'estero è autonoma,
ed attualmente la "Dante Alighieri" conta circa 400 sedi nel mondo e 90 sedi in Italia.
La sua attività oggi consiste nell' organizzare corsi d'italiano, cicli di conferenze,
incontri culturali, dibattiti, e tutto ciò che sia manifestato come un'esigenza da
parte delle comunità italiane e non di ogni paese».
Glauco Di Mambro
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