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Priverno. Lanificio. Il Coordinamento: «La proprietà ha sfruttato tutte le risorse pubbliche. Ed ora vuole investire nell'est europeo»
Il Coordinamento in difesa del Lanificio Privernum ( creato lo scorso 3 Febbraio dal Circolo
Operaio Lepino e Rifondazione Comunista - sezione Priverno) dà notizia che è iniziata
una campagna di solidarietà a sostegno delle lavoratrici e dei lavoratori del
Lanificio che vede schierarsi i commercianti di Priverno contro la chiusura
dell’azienda tessile privernate.
«Come è noto, è di questi mesi la notizia della probabile chiusura e dell’inizio
della procedura di mobilità che investe l’ultima azienda industriale del nostro Comune:
il Lanificio Privernum. Il proprietario dell’azienda, Alberto Pecci, ha dichiarato,
senza che ve ne siano seri motivi, di voler cessare questa storica attività, e nonostante
sia Cavaliere del Lavoro della Repubblica e uno dei più ricchi industriali d’Italia,
sta portando avanti la vertenza deciso a calpestare i diritti degli operai privernati
che, producendo, hanno contribuito alla sua immensa fortuna. La chiusura di un’azienda,
che solo pochi anni fa ha registrato fatturati superiori ai 22 miliardi e che tuttora è
pienamente produttiva ed efficiente, è talmente inconcepibile che persino
l’Associazione degli Industriali ha preso le distanze dal Sig. Pecci e dalla sua arroganza.
È bene non dimenticare che questo imprenditore ha avviato il Lanificio ed ha prosperato
negli anni grazie ad ingenti contributi elargiti dalla Cassa per il Mezzogiorno e a
generose commesse pubbliche. Addirittura lo stabilimento è stato costruito su un terreno,
che il Pecci ora vuole vendere come una sua proprietà, concesso dal Comune di Priverno.
Insomma, ora che ha preso a piene mani ciò che il nostro territorio aveva da offrirgli,
ha deciso di dirottare la produzione nell’Est europeo. L’attuale situazione pone
a rischio il lavoro di trentuno operai e la sussistenza delle loro famiglie che per lo
più sono monoreddito. Tutto ciò è tanto più drammatico se si considera che le competenze
e l’età media dei lavoratori rendono quasi impossibile sia un ricollocamento, considerata
la crisi del settore tessile nella nostra Regione, sia l’eventualità di un prepensionamento.
Lo stesso tavolo di Concertazione presso la Task-Force della Presidenza del Consiglio,
tenutosi il 16 Febbraio, finora non ha sortito l’effetto sperato; risultati concreti
ora si aspettano dall’appuntamento, ancora da fissarsi, al Tavolo di concertazione
della Provincia. I commercianti di Priverno stanno dimostrando una grande sensibilità
verso la sorte degli operai del Lanificio. Infatti in questi giorni, non senza coraggio,
hanno già in molti sottoscritto l’appello del Coordinamento in difesa del Lanificio,
consapevoli, tra l’altro, che le ripercussioni della chiusura dello stabilimento
investiranno in pieno il commercio locale che si fonda sulla circolazione della
ricchezza, sulla possibilità del risparmio e sulla solidità del tessuto lavorativo;
inoltre tra gli esercenti privernati che stanno sottoscrivendo l’appello in difesa
dei nostri operai tessili è forte la preoccupazione che tale emergenza occupazionale
e produttiva determini un ulteriore impoverimento della nostra città ed alla
già precaria economia locale. Nei prossimi giorni i membri del Coordinamento sono
certi che ancora altri commercianti aderiranno all’appello in difesa del Lanificio,
perché non si dimentichi che il Lanificio Privernum non è solo una risorsa per
il presente produttivo, economico e occupazionale del nostro Comune, ma può esserlo
per il futuro e la prosperità delle nuove generazioni».
Mauro Cascio
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