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Latina. Corridoio Tirrenico. Scendono in piazza in 10000 per dire di no. «Non possono essere ignorate dai Palazzi di Roma le nostre ragioni»

Le manifestazioni contro il Corridoio tirrenico meridionale non si fermeranno a quella che si è svolta sabato a Latina dove agricoltori, con 100 trattori, ambientalisti, comitati spontanei, partiti del centrosinistra, hanno sfilato in corteo - 10.000 per gli organizzatori, 5.000 per la questura - per dire no alla realizzazione dell'autostrada che collegherà Fiumicino a Formia, nel sud Pontino. Un nuovo appuntamento, un sit-in a Roma, probabilmente al ministero delle infrastrutture, è stato annunciato per il 6 marzo. Al termine del corteo è stata anticipata la nuova iniziativa, mentre una delegazione veniva ricevuta dal prefetto Salvatore La Rosa. È stato consegnato un dossier per chiedere la sospensione delle procedure relative alla realizzazione dell'autostrada, contestata da agricoltori e ambientalisti perché, a loro dire, danneggerà l'economia agricola, siti archeologici e naturali, dalle porte di Roma fino al sud del Lazio. Nel documento vengono evidenziate, tra l'altro, le presunte irregolarità sulla procedura a partire dalla scelta del partner che è stata oggetto di censura da parte dell'autorità garante dei lavori pubblici e sarà segnalata al commissario europeo per la concorrenza e fino alle questioni legate all'impatto ambientale. Al corteo erano presenti Verdi, Ds, Prc, Pdci, Margherita, Sdi, Italia dei valori, Wwf, Legambiente, Cia, Coldiretti, Cgil e Uil. Nel corteo molte le storie di agricoltori che temono di avere ripercussioni negative sulla loro attività nel caso l'autostrada Fiumicino - Formia venisse realizzata. «La mia azienda sarebbe tagliata a metà - ha detto un agricoltore di Aprilia - perderei decine di ettari, un'attività ereditata dai nonni, facessero passare l'autostrada a casa loro». Neanche l'idea di un indennizzo per i terreni piace. «Ho costruito la mia casa con enormi sacrifici, pensare che mi mandano via e mi danno i soldi per un'altra non ripaga i miei sforzi» - ha detto un cittadino di Sermoneta - «e poi ancora debbono spiegarci a cosa serve questa autostrada». Chiara su questo anche Daniela Santori, presidente provinciale di Coldiretti. «Neanche le offerte economiche potranno convincerci a recedere». «Un'alleanza civica della quale si deve tenere conto - ha detto il consigliere regionale dei Verdi Angelo Bonelli - l'assessore regionale Giulio Gargano ha dichiarato che sono pronti ad andare avanti ma anche noi non ci fermeremo. In realtà di fronte a un'iniziativa come quella di oggi il presidente della regione Lazio Francesco Storace dovrebbe tornare sui propri passi perché rischia di diventare un governatore senza popolo». Anche per Filiberto Zaratti, assessore all'ambiente della Provincia di Roma, presente al corteo insieme agli assessori alle infrastrutture Piero Ambrosi e al lavoro Gloria Malaspina, si tratta di "un'opera inutile e dannosa contro la quale ci siamo già espressi ufficialmente e se si arriverà alla conferenza dei servizi confermeremo la nostra posizione. Ci sono alternative come il trasporto su rotaia che non vengono considerate, mentre si vuole cancellare un'intera economia». Tra i dati forniti nel corso della manifestazione relativi al corridoio tirrenico meridionale quelli di "130 chilometri di asfalto, 51 tra viadotti e ponti, 17 chilometri di gallerie, 15 comuni interessati, 500 ettari agricoli cancellati, 4500 aziende in ginocchio, 280 siti archeologici devastati e 60.000 utenze idriche a rischio. Tra le soluzioni prospettate in alternativa all'autostrada quella della messa in sicurezza della strada statale Pontina.

Andrea Apruzzese


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