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Latina. Cardinali a piedi nudi. I Radicali: «La provocazione di Bossi ha dato il la al solito rigurgito clericale. A tratti noioso ed insopportabile»
«Tralasciando il fatto che forse ci si dimentica troppo spesso che la religione
cattolica non è religione di Stato e che non è legittimo che
istituzioni, nazionali o locali, se ne facciano paladine o garanti,
tralasciando anche il fatto che se è vero che se si può dire che
l'Italia è un paese a maggioranza cattolica (la percentuale si
aggira per il Cirm sul 22%) si può dire altrettanto correttamente
che è vero anche l'esatto contrario e cioè che la storia del nostro Paese
è decisamente anticattolica: l'Italia, ci ricorda la Storia,
non è stata fatta "con" il Vaticano ma "contro" il Vaticano"». E
proseguono i Radicali: «Tralasciando
questi due aspetti non
possiamo non osservare che gli interventi dopo la "provocazione" di Bossi, locali e nazionali,
destano sconcerto. Passi la dichiarazione di fede del
primo cittadino del capoluogo pontino che conta quello che conta: zero.
Ma è sconcertante apprendere che il Presidente del Consiglio sia convinto che l'otto
per mille attribuito alla Chiesa lo sia in base "a una libera scelta dei cittadini" e
che sia "tra quei ricavi delle imposte che vengono meglio utilizzati non solo a sostegno
della Chiesa, ma in favore dell'intera comunità nazionale e dei Paesi del terzo mondo".
Il Presidente non sa che c'è una commissione preposta alla revisione della quota
del gettito Irpef destinata alle finalità previste dalla legge, e che nonostante
la sua crescita esponenziale negli ultimi anni -la Chiesa Cattolica ha incassato
303 milioni di euro nel 1993 e 1 miliardo di euro nel 2003- non ha mai rivisto un bel nulla?
Il Presidente non sa che lo Stato rinuncia sistematicamente a pubblicizzare
l'utilizzo dei fondi dell'otto per mille ad esso destinati e a promuovere
campagne pubblicitarie che incentivino i contribuenti ad esprimere le loro scelte
a favore dello Stato, a fronte di una costante campagna pubblicitaria sulle reti
televisive pubbliche da parte del soggetto concorrente Chiesa Cattolica?
Il Presidente non sa che la legge ha chiaramente costruito un modello che consenta
ai cittadini - oltre che al Ministero dell'Interno che per legge è tenuto a ricevere
la rendicontazione - di controllare e verificare se l'ingente somma di denaro assegnata
alle confessioni religiose sia stata spesa per le finalità predefinite?
Il Presidente non sa che la stessa Conferenza Episcopale Italiana nel 2003 ha dichiarato
di spendere per interventi caritativi (in Italia e nel Mondo) 185milioni di euro su oltre
1 milirdo di introiti?
Il Presidente del Consiglio tratta la questione dell'otto per mille come una professione
di fede, mentre il suo compito e le sue responsabilità istituzionali gli impongono
di trattarla come una questione di legalità violata». Nella foto il segretario nazionale dei Radicali Italiani Daniele Capezzone.
Mauro Cascio
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