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Roma. Piccoli attori crescono. Adelmo Togliani: «Ora mi cimento come autore, su Rai Due. A maggio la prima sitcom multietinica italiana»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Adelmo Togliani, nella sua splendida
casa di lungotevere Flaminio. Che, venendo da Latina, abbiamo trovato
a fatica dopo aver "girato e rigirato senza sapere dove andare", giusto
per citare Claudio Baglioni. Sei uno degli attori più giovani e promettenti.
Stai per tornare su Rai Due con Sweet India... «Sì, ma attenzione: non come
attore. Sono autore del concept di questa prima sitcom multietnica in quindici
puntate ed ho collaborato alla sceneggiatura. Un progetto veramente sfizioso
e originale. Vedremo come andrà. Il debutto è previsto per maggio, ma non saprei».
Un modo per chiamare gli italiani a confrontarsi col tema del razzismo...
«Cerchiamo di parlare di immigrazione senza commenti e senza critica.
Attraverso una famiglia indiana noi vediamo noi stessi».
Ed in provincia di Latina, tra Sabaudia e Cisterna, ci sono moltissimi
indiani. Quindi almeno noi abbiamo sicuramente interesse a vedere il
tuo lavoro in tivvù. Ma parliamo di te. Hai interprentato tanti ruoli
di autori contemporanei. Normalmente si criticano gli sceneggiati perché
frivoli... «Noi amiamo far riflettere, sì. È una cosa che ribadisco.
La fiction deve avere una funzione educativa. Su questo sono un integralista.
Pensiamo a Un anno a primavera, Mancinelle, Don Milani...». Tu hai anche
interpretato autori impegnati teatrali come Alberto Bassetti. Insomma,
un impegno costante. «Il teatro non mi piace molto. Lo trovo violento.
Ma quando lo affronto tento di affrontarlo bene». Non possiamo
tacere infine il fatto che sei figlio d'arte. Tuo papà è il mitico
Achille Togliani... «Ma lo sapete
che quando mi fermano per strada quasi nessuno lo sa?».
Claudio Ruggiero
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