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Latina. No alla privatizzazione dell'Acqua. Il Comitato: «I comuni riprendano subito in mano il servizio per gestirlo in maniera efficace»

«Hanno privatizzato il servizio e pretendono di guadagnare sull’acqua erogata ai cittadini, come se l’acqua fosse una merce qualsiasi. Inoltre i soci privati della società Acqualatina sono multinazionali invischiate in orrende guerre in paesi in via di sviluppo, non diamogli i nostri soldi». Così il Comitato di Difesa dell'Acqua Pubblica invita a firmare la petizione popolare, questa mattina dalle 10.00 in Corso della Repubblica "per chiedere ai vari comuni di uscire dalla società Acqualatina S.p.A. e riprendere il servizio e gestirlo in maniera pubblica, integrata, economica ed efficace". Il Comitato ritiene che "non si può far gestire un bene indispensabile alla sopravvivenza affidandolo a privati guidati da un presidente senza nessuna competenza in materia e in palese conflitto di interesse". Il Comitato ritiene necessario rivendicare: "una gestione delle acque esclusivamente ubblica, in mano a Comuni consorziati tra di loro, un controllo della gestione degli investimenti e delle tariffe svolto dagli utenti/cittadini e dai lavoratori del settore, tariffe che prevedano la gratuità per i non aventi reddito e per i redditi bassi, una tassazione progressiva in base a fasce di reddito e consumi. Aderiscono al Comitato: Legambiente, Latinasocialforum, Rifondazione comunista, Verdi, Associazione ichele Mancino, Sinistra Ecologista. Nella foto il presidente di Acqualatina Paride Martella.

Mauro Cascio


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