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Latina. Fascisti Immaginari. Antonio Pennacchi: «Gli anni di piombo furono una guerra. Una guerra civile. Ora i "prigionieri" vanno liberati»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Antonio Pennacchi, lo scrittore più autorevole della nostra provincia. Anzi, praticamente l'unico. È il personaggio più indicato per parlare di fascismo e comunismo, considerato anche il suo ultimo romanzo, pubblicato per Mondadori, «Il fasciocomunista». E lo fa sul palco del Doolin, in occasione della presentazione del libro «Fascisti Immaginari» La sua posizione, controtendenza e provocatoria, è nota ed ha avuto modo di esprimerla anche su ParvapoliS. Lei sostiene, sintetizzando, che quella degli anni settanta fu di fatto una "guerra civile". Lei dice: è tempo di cambiare pagina, di chiudere questa fase della nostra storia, anche per lasciare in pace i morti che ci sono stati... Ma è davvero possibile superare questi "schieramenti" che abbiamo in Italia? «Non solo è una cosa possibile. Ma è una cosa che va fatta. Non esiste guerra dove la potenza vincitrice si tiene i prigionieri per vent'anni. È stata una guerra civile e va chiusa restituendo i prigionieri». In termini di filosofia politica fascismo e comunismo sono termini che oggi non significano più nulla. Vecchie categorie che oggi rappresentano altro che un po' di retorica nostalgia. Oltretutto viene fatta parecchia confusione. Giordano Bruno Guerri la crede un fascista, quando lei si ritiene un comunista... «No, non c'è confusione su questi ruoli, c'è confusione e basta. Il presidente Mao Tse Tung diceva: "C'è grande confusione sotto il cielo. Ergo l'avvenire è radioso"».

Andrea Apruzzese

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