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Latina. Corridoio Tirrenico. Claudio Moscardelli (Margherita): «La liquidazione delle proteste come minoritarie ha retto pochi giorni»

«Sbaglia chi sostiene che la contrarietà al Corridoio sia solo frutto di faziosità politica». Claudio Moscardelli (la Margherita) risponde alla Cisl. «La manifestazione di sabato 28 febbraio lo ha dimostrato. La posizione di prevedere solo piccole varianti migliorative del tracciato proposto dalla Regione e la liquidazione delle proteste come minoritarie ha retto solo pochi giorni. Zaccheo è subito corso ai ripari e ha disinvoltamente spacciato per proprie le proposte del Centrosinistra, ossia utilizzare per il corridoio tirrenico la viabilità esistente. Poco male, importante è che la nuova posizione sia formalizzata e sostenuta con forza nelle sedi istituzionali prima delle elezioni, onde evitare che sia solo una scelta di comodo. In questa vicenda, che è esemplare della pochezza e dell’approssimazione del centrodestra, occorre sempre sottolineare che la “trovata” del corridoio tirrenico è servita a mettere in ombra il fallimento della Regione Lazio che in tema di viabilità non ha realizzato nulla. L’espediente, però, sta facendo acqua da tutte le parti per la scarsa credibilità della proposta e per la gestione politica insostenibile: un’opera imposta dall’alto, non risolutiva dei problemi di collegamento della provincia, distruttiva del territorio e dell’agricoltura senza risultati utili in cambio, se non per la società della Regione Lazio Arcea che incasserebbe il pedaggio per 50 anni. Occorre discutere seriamente delle politiche di mobilità per lo sviluppo della nostra provincia, senza sprecare risorse per il corridoio a danno delle opere veramente necessarie come la messa in sicurezza e il potenziamento della Pontina, della Mediana e dell’Appia. L’unico corridoio tirrenico di cui si è sempre parlato è quello previsto dalla delibera del CIPE del 21.12.2001 n. 121, ossia il completamento del “corridoio tirrenico meridionale” attraverso la A12 (Roma Civitavecchia) la Pontina e l’Appia. Tutte le forze politiche e le associazioni di categoria a giugno 2003 avevano ancora una volta sottoscritto un documento in cui si stabiliva di escludere “la previsione di ulteriori autostrade nel centro dell’Agro Pontino” e si puntava sui collegamenti traversali. Per il progetto del Corridoio Tirrenico lo Stato concorrerebbe al finanziamento con 2.400 miliardi, cifra che risolverebbe da sola i principali problemi di collegamento della provincia di Latina : a) i collegamenti trasversali con la priorità da tutti indicata del raccordo Campoverde - Cisterna - Valmontone, il cui costo è di 400 miliardi di vecchie lire, che consente l’aggancio all’autostrada del sole e decongestionerebbe la Pontina; la realizzazione dell’opera già finanziata della nuova 156 per il collegamento con Frosinone; b) i restanti 2.000 miliardi vanno utilizzati per mettere in sicurezza e per potenziare la Pontina fino a Terracina, mentre da Terracina a Formia, non potendo essere utilizzate l’Appia e la Flacca perché non migliorabili, occorre un nuovo tracciato che, utilizzando ove possibile il sistema di gallerie, salvaguardi la Piana di Fondi e il territorio di Monte San Biagio, consentendo così a Fondi e a Gaeta di avere un collegamento completo teso a valorizzare il MOF e il Porto di gaeta, oggi escluso dalle autostrade del mare. Occorre un sistema integrato di comunicazioni (treni, porti e aeroporti), a partire dalla tratta ferroviaria che ci collega con Roma e con Napoli, da sviluppare come metropolitana di superficie collegando e potenziando di servizi le attuali Stazioni da concepire in un’ottica del tutto nuova e moderna».

Mauro Cascio


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