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Latina. Il lavoro di trovare lavoro. Sergio Zaccagnino: «Sempre più diffusa la paura del domani». Presentati anche i dati di un sondaggio...
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Sergio Zaccagnino, l'autore del sondaggio
sul mondo del lavoro in provincia di Latina curato dalla Sinistra Giovanile.
Il 33% dei giovani tra 17 e 29 anni che lavorano nella provincia di Latina
denuncia un rapporto di lavoro non regolarizzato. All'interno di questa
percentuale, le donne costituiscono il 56%, mentre gli uomini sono il 44%.
È uno dei dati più allarmanti che scaturisce dal rapporto "Il lavoro
giovanile nella Provincia di Latina presentato nel convegno "Il lavoro è un
diritto" cui hanno preso parte - oltre ai vertici DS pontini -
rappresentanti delle associazioni di categoria, tra cui Marco Picca
(Federlazio), Gabriele Mazzariello (CGIL), Enzo Zottola (Confocommercio),
Enzo Vaccarella (CNA); le conclusioni - con un'ampia riflessione sullo stato
attuale a livello nazionale del mercato del lavoro e dell'assetto
pensionistico - sono state affidate a Cesare Damiano, responsabile nazionale
DS per le politiche sul lavoro.
Il questionario e la metodologia sono stati illustrati da Sergio Zaccagnino,
della Sinistra Giovanile di Latina nonché uno degli autori della ricerca
che, basata su 18 punti, è stata distribuita ampiamente sul territorio, in
particolare a Latina, Pontinia, Sabaudia, Sezze, Formia, Gaeta, Fondi.
Alle domande, presentate su fogli rigorosamente anonimi e privi di qualsiasi
simbolo, hanno risposto 159 persone, di cui il 58% uomini ed il 42% donne.
Più equamente distribuita la classe di età, con il 46% compreso tra 17 e 24
anni, mentre il 54% è composto dalla fascia 25-29. Sbilanciata verso il nord
della provincia la distribuzione geografica dei questionari che provengono
per il 62% da Latina, Pontinia, Sabaudia, Sezze, mentre il restante 38% è
stato compilato nel sud pontino (Fondi, Formia, Gaeta).
Alto il livello di scolarizzazione degli intervistati: il 55% ha conseguito
un diploma di scuola media superiore, mentre il 22% è laureato.
Interessanti i dati relativi alla posizione nell'occupazione degli
intervistati: se infatti appaiono normali le percentuali relative
all'impiego nell'industria (24%), nel commercio (21%), nei servizi (16%),
appaiono senz'altro bassi quelli per agricoltura ed artigianato (6%
ciascuno) ed incredibile - per una provincia come quella di Latina, ad alta
vocazione turistica - l'impiego nel turismo, pari al 2%. Basso anche il
pubblico impiego, con il 3%.
Per quanto concerne la condizione professionale ed il dato rilevante del 33%
del lavoro non regolarizzato, vediamo come questa piaga sia diffusa
soprattutto nel commercio (36,5%), mentre negli altri settori è più bassa
(agricoltura 11,5%, artigianato e servizi 7,7% ciascuno, industria 4%,
turismo 2%, altri settori 30,6%). La maggior parte dei non regolarizzati
appartiene alla fascia di età 17-24, dato spiegato dalla consuetudine dei
giovani studenti di impegnarsi nei "lavoretti". Gli altri intervistati
(quelli regolarizzati) hanno diversi tipi di contratti di lavoro: per il 31%
sono a tempo indeterminato (di cui il 59% nell'industria e nei servizi), per
il 9% a tempo determinato, così come l'apprendistato/stage, mentre la
formazione è al 10% e gli interinali e i co.co.co sono al 4%. Forte (28%)
l'iscrizione al sindacato tra i lavoratori a tempo indeterminato, mentre è
bassa (4%) tra i lavoratori atipici o a tempo determinato; tra gli iscritti,
ben il 40% è stato testimone o ha subito atti vessatori sul luogo di lavoro.
Gli intervistati lavorano quasi esclusivamente nel territorio della
provincia, ma il dato va analizzato in dettaglio, correlandolo alla
scolarizzazione: fino al diploma di scuola media superiore, infatti, il 90%
lavora in provincia, mentre tra i laureati, il 41% "emigra" su Roma.
Alla domanda "l'attività reale che svolgi quotidianamente rispetta la
qualifica e le mansioni per le quali sei stato assunto?" ha risposto "si" o
"quasi sempre" ben il 64%, mentre alla domanda "le condizioni lavorative
reali (ambiente, sicurezza, orari, retribuzione) rispettano quanto previsto
dal contratto?" le risposte positive arrivano al 40% e quelle negative ben
al 36%; allo stesso modo, il 24% di "non so" va interpretato come una
carenza di consapevolezza dei propri diritti da parte dei lavoratori.
Il dato finale è relativo al grado di soddisfazione attuale e di prospettive
future. Gli intervistati si ritengono soddisfatti o molto soddisfatti della
loro collocazione attuale nel 48% dei casi; ma se si chiede loro "quali
prospettive avrà il mercato del lavoro per i giovani?" il 59% risponde
"negative o molto negative". Sono evidentemente risposte riferite solo al
presente e nascondono un andamento di "accontentarsi" di un lavoro anche se
non risponde alle proprie istanze. Sempre più diffusa la paura del domani, a
causa della frammentazione del mondo del lavoro, dove precarietà e
flessibilità sono ormai sinonimi.
Al termine dello studio, viene auspicata dalla Sinistra Giovanile di Latina
un'inversione di tendenza che avvenga attraverso un serio progetto di
collaborazione tra forze politiche e parti sociali, per investire nello
sviluppo delle imprese locali e nella formazione dei lavoratori, a vantaggio
della qualità del prodotto offerto dal territorio pontino.
Andrea Apruzzese
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